Burattino senza fili rappresenta l’apice della carriera di Edoardo Bennato, una delle voci più autorevoli del nostro panorama musicale.
Fino al 1977, quando pubblica Burattino senza fili, la carriera di Bennato era stata un continuo crescendo con picchi di originalità che pochi potevano vantare.
I Buoni e i Cattivi, Io che non sono l’Imperatore e La Torre di Babele avevano segnato i suoi primi passi come cantautore, toccando tematiche sociali spesso ignorate da altri artisti.
La libera trasposizione musicale del Pinocchio di Collodi nasce con l’intento di legare una favola per bambini con il rigido e difficile mondo degli adulti.
Il concept album mostra le difficoltà a cui si è sottoposti una volta che ci si deve conformare alle ipocrisie e agli schemi della società.
E’ stata tua la colpa è il mesto e rassegnato incipit di questo grandissimo disco.
Basata sulla chitarra acustica e sull’armonica del cantante, tratteggia uno scenario amaro sulle costrizioni che la società impone attraverso i suoi “fili”.
Trasgredire porta a venire estromessi dai burattinai, che sono coloro che decidono quale deve essere il comportamento corretto, come viene raccontato nella ritmata Mangiafuoco.
La Fata disegna un delicato e allo stesso tempo tragico ritratto femminile.
In una società che non le perdona di contravvenire al proprio ruolo, quanto è labile per una donna il confine tra l’essere una fata e passare per strega?
In Prigione, in Prigione è un’altra considerazione beffarda su come sia facile passare per colpevoli, anche quando in realtà si è vittime.
Dotti, Medici e Sapienti è una parodia operistica e attacca i mezzi d’informazione e i suoi boriosi critici e intellettuali (ed eravamo nel 1977: quanto è attuale oggi un pezzo così!).
La cattiva opinione del cantante nei confronti dei maestri di vita e consiglieri interessati emerge anche nella blueseggianate Tu Grillo Parlante.
Il Gatto E La Volpe è un’acida invettiva verso l’industria discografica, sempre pronta ad approfittare della dei sogni dei giovani artisti.
Quando Sarai Grande chiude l’album riprendendo la stessa tematica con cui si è aperto: la difficoltà di crescere e di entrare nei meccanismi della vita, abbandonando mano a mano quella purezza e quella spontaneità che si ha da bambini.
Burattino senza fili mostra un’artista in grandissimo spolvero, che rilegge a suo modo Collodi per evidenziare le tante storture della società degli “adulti”.
Pinocchio diventa umano e paga duramente questa decisione, finendo in balia dei vari Mangiafuoco che decidono per lui e lo manipolano.
“Ti hanno iscritto a un gioco grande” è una delle frasi cardine di Burattino senza fili.
Non decidiamo di nascere, però ci viene fatto credere di poter prendere in mano la nostra vita e farne quasi tutto ciò che vogliamo.
Questo “gioco grande”, che ci costringe all’omologazione, ha regole sconosciute e spesso cambiate in corsa.
Meglio restare senza “fili”, allora.
mi hai fatto ritornare indietro nel tempo, ma proprio per questo rimane un capolavoro inarrivabile, e come hai precisato molto bene, rappresenta l’apogeo di questo grande artista !!!
Bennato è stato un grandissimo artista, realizzando notevoli album. Purtroppo, come capita a molti, dopo un pò non è riuscito a dare continuità alla qualità delle sue opere. Peccato davvero!
Concordo con il mio Barman preferito!
Molto bello, anzi un capolavoro, però a gusto mio il numero uno fu il successivo Sono solo canzonette. Poi il declino, come tutti i cantautori dell’epoca
Con Sono solo canzonette in effetti è una bella sfida. Però per atmosfera e canzoni preferisco Burattino senza fili.
Condivido il tuo pensiero.
[…] lanciare tremende invettive verso il mondo discografico (quest’ultimo tema presente anche in Burattino Senza Fili, quindi evidentemente caro a molti artisti); Animals, invece, trae ispirazione da La fattoria […]