Dieci canzoni: Sting

Che dite di andare a rinfrescarci la memoria con alcuni pezzi in ordine sparso della ricca carriera solista di Gordon Sumner, per gli amici Sting? Vi va? Dai, allora!

La prima delle dieci canzoni più significative (per il sottoscritto, of course) dell’ex Police, che da poco è tornato nei negozi con un nuovo album (la recensione è qui), è Englishman in New York.

 

Terzo singolo di Nothing like the sun del 1987. La genesi viene dall’incontro nel 1986 di Sting con Quentin Crisp, modello e scrittore inglese, che era salito alla ribalta negli anni 70 per la sua autobiografia Naked Civil Servant, in cui dichiarava la propria omosessualità. Il brano è un inno a tentare con tutte le proprie forze di restare sé stessi (“Be yourself, no matter what they say”) ed è concepito come un mix musicale che spazia dall’iniziale andatura reggae, sostenuta da clavicembali e violini, fino poi a sfociare in un pezzo dal profilo jazzistico.

 

All This Time anticipa The Soul Cages, album del 1991. Canzone dalla fattura squisitamente pop che nasconde bene un testo oscuro come tutto il disco cui appartiene, legato alla scomparsa del padre di Sting.

 

Fields Of Gold la troviamo su Ten Summoner’s Tales, album del 1993, di cui è stata anche singolo. Una delle canzoni più amate dell’artista, piena di malinconia e sostenuta da una chitarra acustica molto ispirata.

 

Fragile è un altro brano tratto da Nothing Like The Sun ed è dedicato alla memoria di Ben Linder, ingegnere degli American Peace Corps ucciso in Nicaragua. La chitarra acustica che accompagna la canzone s’insinua dentro l’ascoltatore con la sua tristezza, mentre il testo ci ricorda l’estrema fragilità della vita (“On and on the rain will fall/ Like tears from a star”).

 

If I Ever Lose My Faith In You apre Ten Summoner’s Tales ed è anche il singolo di lancio. Sostenuto dall’armonica e da un sempre grande Vinnie Colaiuta alla batteria, il brano è una perfetta sintesi del pop di cui spesso Sting era capace.

 

It’s Probably Me nella versione per la colonna sonora di Arma Letale 3 è il brano che vede Sting collaborare con Eric Clapton, dando vita a uno dei pezzi più belli e intensi della produzione di Sumner. Presente anche in un’altra versione in Ten Summoner’s Tales, sempre bella, ma meno magica.

 

I Was Brought To My Senses (contenuta in Mercury Falling del 1996) si apre come una sorta di madrigale per poi partire con una melodia dolce e sognante. Una delle canzoni più articolate e riuscite di Sting.

 

Anche La Belle Dame Sans Regret appartiene a Mercury Falling ed è una bellissima e suadente bossanova in cui il solito Vinnie Colaiuta la fa da padrone.

 

Mad About You è un altro dei pezzi celebri di Sting, contraddistinto da vaghi richiami orientali e dal contributo di Branford Marsalis. Il brano è famoso nel nostro paese per essere stato anche inciso in italiano dall’ex Police (Muoio per te) su testo tradotto da Zucchero.

 

Shape Of My Heart chiude questa piccola collezione di canzoni a firma Sting. Contenuta anch’essa in Ten Summoner’s Tales (si capisce che quell’album mi piace?), la canzone narra di un giocatore di poker talmente abituato a mascherarsi da non riuscire più a esprimere emozioni. Lo scorrere delle emozioni e dei dubbi del protagonista vengono messi in risalto dalla chitarra e dall’armonica che sottolineano la malinconia del testo.

E voi? Quali sono le vostre canzoni dieci canzoni di Sting?

 

15 commenti

  1. Non saprei, mi piace ma non lo conosco bene. Ho un vinile e 2 cd, ho preso altri due cd da te citati. Mi piace ma non è mai entrato nelle mie corde magari più avanti si.
    Capirai leggendo il post sul Liebster Award. Grazie per l’invito.

  2. Se valgono anche i pezzi dei Police, io avrei aggiunto anche Every breath you take… ma la tua lista è esaustiva direi!

  3. Alcuni li hai già citati, comunque: Sister Moon; anch’io Shape of my Heart e Fields of Gold; Turn the Clock to Zero; They dance alone. Quest’ultima non mi aveva molto impressionato, ma quando l’ho sentita dal vivo mi ha invece trasmesso molto pathos.

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