La genesi del primo film su Superman

Come avreste visto Clint Eastwood nella parte dell’Uomo d’acciaio e Dustin Hoffman in quella di Lex Luthor?

A metà anni 70 il desiderio da parte della Dc Comics e della Marvel di girare dei film che rappresentassero degnamente i loro supereroi era in continua crescita, anche perché gli effetti speciali sembravano rendere possibili scene e contesti che fino a pochi anni prima apparivano irrealizzabili.

Il progetto di un film su Superman (anzi, di due, come era previsto dal contratto) venne varato nel 1973 e iniziò a prendere forma l’anno successivo, dopo che la DC Comics si accordò con Ilya e Alexander Salkind, che misero in moto la macchina della produzione cinematografica.

Per la sceneggiatura venne scelto Mario Puzo (Il Padrino), che superò l’iniziale concorrenza di William Goldman (Tutti gli uomini del Presidente), Leigh Brackett (Il lungo addio) e Alfred Bester (già autore per la Dc e scrittore di fantascienza); mentre per la regia si considerarono inizialmente i nomi di Francis Ford Coppola, William Friedkin e Sam Peckinpah.

Nel 1975 Marlon Brando ottenne la parte di Jor-El (dopo che Orson Wells la rifiutò) strappando un contratto di dodici giorni di lavorazione con un compenso di 3,7 milioni di dollari e una percentuale sugli incassi del film, che gli avrebbero portato nelle tasche quasi venti milioni in tutto.

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Brando dopo la firma del contratto

Per il ruolo venne tenuto in considerazione anche Paul Newman, che declinò l’offerta e  rifiutò anche le parti di Superman stesso e di Lex Luthor, nonostante la produzione offrisse un contratto faraonico.

Mentre il progetto prendeva lentamente forma, Puzo terminò la sceneggiatura dei due film previsti, che venne però considerata troppo prolissa, costringendo la produzione a correre ai ripari per ridurla e riscriverne le parti. Per l’occasione vennero assunti David Newman e Robert Benton (Bonnie & Clyde), che si misero al lavoro consegnando una versione riveduta e ridotta di quella di Puzo in pochi mesi.

Nel frattempo il casting proseguiva, soprattutto per il ruolo del protagonista, che sembrava il più difficile. La Dc spingeva per attori di grido come Clint Eastwood, Al Pacino, James Caan, Dustin Hoffman, Ryan O’Neal e Steve McQueen, non disdegnando di proporre anche il nome di Muhammad Alì (che probabilmente avrebbe interpretato alla grande la parte), mentre la produzione puntava su altri nomi, come Burt Reynolds e Sylvester Stallone (che come abbiamo già detto, subirono il niet di Brando).

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“se gli metto le mani addosso…”

Anche scegliere il regista stava diventando molto più complesso di quanto previsto, con Steven Spielberg e George Lucas che sembravano gli uomini su cui puntare, ma che per impegni pregressi (Lucas era alle prese con Star Wars e Spielberg con Incontri ravvicinati del terzo tipo) non poterono accettare l’incarico, che alla fine fu assegnato a Guy Hamilton.

Nel 1976 iniziò la pre-produzione a Roma, che fu interrotta dopo la denuncia a Brando per oscenità in seguito a Ultimo tango a Parigi, costringendo la troupe a spostarsi in Inghilterra per le riprese, dove Hamilton, però, non poteva recarsi per motivi fiscali.

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Al suo posto fu ingaggiato Richard Donner, che preferì azzerare gran parte del lavoro compiuto e ingaggiare Tom Mankiewicz per la sceneggiatura. Venne scelto Gene Hackman per il ruolo di Luthor (dopo essere stato in ballottaggio con il sempreverde Hoffman), che ottenne un contratto simile a quello di Brando, comprendente pochi giorni di girato pagati a caro prezzo.

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L’accelerazione che diede Donner alla produzione si arenò sulla scelta del protagonista: vennero contattati senza successo James Brolin, Christopher Walken, Kris Kristofferson, Charles Bronson e Nick Nolte, mentre un giovane Arnold Schwarzenegger si propose senza ricevere grossa considerazione.

Dopo estenuanti selezioni di centinaia di giovani attori (con Donner stremato e pronto a considerare anche il proprio dentista, come confesserà in seguito), all’inizio del 1977 fu scelto Christopher Reeve, che per interpretare meglio la parte irrobustì il fisico troppo mingherlino, facendosi allenare da David Prowse, il Darth Vader di Star Wars.

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Prowse prima di passare al lato oscuro del culturismo

Per il ruolo di Lois Lane fu scelta Margot Kidder dopo un casting affollato, che comprendeva tra le altre Anne Archer, Lesley Ann Warren, Deborah Raffin e Susan Blakely.

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Margot Kidder

Finalmente nel 1978 le riprese iniziarono e videro la realizzazione in contemporanea di entrambi i due film previsti. Brando girò le sue scene rifiutandosi di memorizzare le battute del suo personaggio, sostenendo che bastava avere un’idea generale delle scene da girare e che non servissero particolari sforzi di memoria. Per evitare di incorrere in troppi ciak, Donner lo costrinse comunque a farsi aiutare dai pannolini del piccolo Kal-El, dove vennero scritte le battute dell’attore.

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“dove avevo scritto la password di Facebook?”

Le scene di volo di Superman furono realizzate grazie alla tecnica del Blue Screen, che rese plausibili le movenze di Reeve nel cielo (l’attore era in realtà agganciato con dei fili a un braccio meccanico); Krypton invece venne ideato come un pianeta ricolmo di cristalli (a simboleggiarne la grande conoscenza acquisita nei secoli) e reso con strutture fatte di gesso, vetro e plexiglass.

Il film incassò 300 milioni di dollari e fu un tale successo da incoraggiare l’interesse di Hollywood nei confronti dei personaggi dei fumetti, che sarebbero diventati una costante nei Cinema. Se non ci fosse stato Superman e il suo successo probabilmente non avremmo avuto il Batman di Tim Burton e quello di Christopher Nolan, lo Spiderman di Sam Raimi e tutti i vari film della Marvel che hanno demolito i record ai botteghini negli ultimi anni.

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11 commenti

  1. L’ironia delle didascalie sotto alle tue foto è qualcosa di straordinario! Varrebbe la pena di leggere il tuo blog solo per quelle.
    Comunque, alcuni degli attori che hai citato sarebbero stati totalmente inadatti per la parte di Superman. Questo personaggio è l’eroe per eccellenza, quindi per interpretarlo ci vuole un attore dai tratti regolari, belloccio e con la faccia da bravo ragazzo: Al Pacino e Charles Bronson sono clamorosamente difformi da quest’identikit, e pure Clint Eastwood non corrisponde, perché ha da decenni un ghigno gonfio di irritazione sempre piazzato sulla faccia. Non parliamo poi di Nick Nolte: superbo attore, per carità, ma con una faccia da cavernicolo totalmente inadatta per la parte.
    Sarebbe stato perfetto invece Paul Newman, che sarei stato curioso di vedere anche nella parte di Lex Luthor: non credo che abbia mai fatto il cattivo, fatta eccezione per il ruolo del mafioso (comunque buono) di Era mio padre.
    Tornando ad Al Pacino, non so se ci hai fatto caso, ma a quanto sembra per il film di Superman la DC voleva riformare la triade de Il padrino: infatti ha corteggiato Puzo per la sceneggiatura, Coppola per la regia e appunto Al per il ruolo di protagonista. Tuttavia, non hanno tenuto di conto che un team può funzionare benissimo in un dato contesto e floppare in un altro: un conto è mettere 3 italoamericani a fare un film di mafia, un altro è ingaggiarli per un film di supereroi. Soprattutto a quei tempi, quando gli effetti speciali erano rudimentali, e quindi il rischio di fare un cinecomic “camp” era altissimo. Richard Donner è riuscito ad evitarlo, e questo è senza dubbio una grande nota di merito.

  2. […] consapevole della fama che Brando si portava dietro (raccontata da queste parti nel Padrino e Superman), si oppose fortemente alla possibilità che la produzione diventasse il tipico “Brando […]

  3. Abbiamo intervistato un maestro del fumetto Disney, il mitico Lucio Leoni se ti va, vieni a vedere sul nostro sito e supportaci con like e commento😎

  4. […] Mollare tutto e volare lontano dallo stress e dalle costrizioni quotidiane proprio come Superman: questo è il tema del brano dei Kinks, pubblicato nel 1979 e nato dopo la che Ray Davies, il leader del gruppo, aveva visto la pellicola dedicata all’Uomo d’Acciaio con Christopher Reeve. […]

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