Come è nato il Comics Code Authority, l’organo di censura che ha controllato i fumetti statunitensi per oltre cinquant’anni.
Nel 1954 sugli scaffali delle librerie statunitensi si affacciò un saggio dello psichiatra Fredric Wertham, che in poco tempo avrebbe cambiato l’intera industria dei fumetti: La seduzione degli innocenti.
In questo libro l’autore di origini tedesche puntò il dito sui fumetti e sulla loro influenza negativa sui giovani, che, a suo dire, venivano deviati da queste letture e corrotti fino a diventare potenziali criminali: i fumetti, secondo la tesi di Wertham, veicolavano messaggi subliminali che inducevano a perversioni sociali e inducevano i lettori a esserne influenzati negativamente.
In quegli anni, dopo il boom supereroistico degli anni 30 e 40, le pubblicazioni avevano virato su generi noir e horror e si erano attirati addosso l’attenzione dei media, che mal sopportavano l’esplicita violenza che appariva sulle tavole, così come la mancanza di una morale ben definita che ne incanalasse un messaggio rassicurante.
Erano lontani gli anni in cui Capitan America, Topolino, Superman e gli altri eroi a stelle e strisce avevano affrontato il Terzo Reich e sostenuto le truppe al fronte: gli editori avevano dovuto reinventarsi per resistere all’emorragia di lettori, puntando su generi più forti e storie più sconvolgenti e meno lineari.
Wertham nel suo libro sosteneva che gli horror, i polizieschi e i supereroi (che nonostante una minore fetta di mercato ancora vivacchiavano) mostravano immagini pruriginose di donne discinte (Wonder Woman soprattutto), rapporti ambigui di chiara natura omosessuale (Batman e Robin) ed espliciti inviti all’emulazione delle violenze e delle oscenità che passavano davanti agli occhi dei corruttibili giovani.
In un primo momento gli editori si fecero due risate alle affermazioni spesso prive di solide basi (e dovute più a congetture fantasiose e supponenti) che a un’approfondita conoscenza del medium fumettistico; poi però, quando la polemica iniziò a montare, dovettero considerare con minore ilarità le tesi dello psichiatra.
Il caso che venne montato ad arte produsse un generale allarme nelle famiglie, che già vedevano in malo modo i comics e che iniziavano a essere turbati dai primi segnali di ribellione delle giovani generazioni, attratte dal rock’n’roll e da stili di vita in netto contrasto con la società dell’epoca: qualcuno, come spesso accade, doveva pagare e i fumetti sembravano perfetti per prendersi la colpa dei mali e delle perversioni che stavano minando i figli dell’America.
Si arrivò addirittura in Senato, con la Commissione sulla delinquenza giovanile che convocò Wertham per ascoltarlo in quanto esperto. Lo psichiatra riportò quanto già scritto, aggiungendo che ci fosse più di un collegamento tra la criminalità giovanile e la continua presenza di armi nei fumetti. La Commissione concordò con le tesi de La seduzione degli innocenti e invitò gli editori a prendere provvedimenti, che altrimenti sarebbero arrivati dall’alto.
Nacque così il Comics Code Authority, l’organo di autodisciplina degli editori che dal 1954 avrebbe controllato la moralità delle pubblicazioni statunitensi e sancito se queste corrispondessero ai principi guida dell’ente: dai fumetti dovevano essere banditi ogni riferimenti a violenza e sesso, i buoni dovevano sempre vincere e non dovevano apparire in alcun modo critiche verso le autorità e il governo.

Se un fumetto era privo del visto del Comics Code Authority, il rivenditore poteva rifiutarsi di venderlo, con le conseguenze che possiamo immaginare. La certificazione “approvato dal Comics Code Authority” assicurava alle famiglie e agli acquirenti che il contenuto del fumetto era sicuro e non conteneva nulla che potesse nuocere alle giovani menti dei lettori. Questo permise all’Industria dei fumetti di sopravvivere a una crociata che altrimenti avrebbe spazzato via probabilmente tutti gli editori.
Con il passare dei decenni, soprattutto da metà anni 90, il Comics Code Authority perse di influenza e necessità: questo avvenne grazie a una sempre maggiore apertura mentale da parte dei consumatori e della società, che smisero di vedere nei fumetti quel veicolo di perdizione per le giovani generazioni.
Nel 2001 la Marvel abbandonò l’organo di controllo e non ne pubblicò più sulle copertine dei suoi albi la targhetta, venendo seguita a ruota da quasi tutte le altre case editrici. Dal 2005 solo la Dc Comics e l’Archie Comics continuarono a sfruttare l’approvazione del Comics Code Authority, determinandone di fatto la morte nel 2011, quando sia l’editore di Superman e Batman che quello di Josie And The Pussycats smisero di pubblicarne il bollino sulle proprie testate.
L’obbligata e ingombrante presenza di questo organo ha comportato per anni una brusca frenata all’evoluzione dei fumetti statunitensi, cristallizzati forzatamente in contesti spesso fin troppo ingenui e, alla lunga, logori. Chissà se era questa la volontà del Dottor Wertham quando scrisse La seduzione degli innocenti e si rese inviso a milioni di lettori, per cavalcare il bigottismo di una società che non sapeva e non voleva che trovare qualcuno da incolpare per la sua incapacità di capire i suoi figli.
Interessante come sempre, grazie 😉
Grazie a te.
Una forma ottusa di controllo, come se il fumetto potesse danneggiare le menti dei giovani statunitensi. Hanno ottenuto l’esatto contrario in ultima analisi, tu che ne pensi?
Hanno bloccato l’evoluzione dei comics e dell’l’industria, mentre chi cercava qualcosa di meno ingessato rivolgeva altrove la propria attenzione. La censura non porta mai granché di buono.
Si, direi che il quadro generale era ben chiaro.
Ignoravo l’argomento, interessante. Una simile censura sui fumetti mi pare fuori luogo. Ho invece visto alcuni videogiochi estremamente violenti, che mi hanno colpito molto negativamente e dato una sensazione di malessere. Oltretutto la grafica era estremamente realistica, al limite dello splatter . Ho poi visto tempo fa l’intervista ad alcuni giovani soldati USA di stanza in Afghanistan, che commentavano quasi sorpresi che li non era come nei videogame, la gente moriva e veniva davvero mutilata dalle azioni di fuoco. Mi ha dato da pensare.
La sempre più difficile distinzione tra realtà e finzione non può che far danni, soprattutto a chi non ha mezzi per affrontarla. Fa davvero pensare.