Il Festivalbar 1996

Chi c’era e chi vinse quell’edizione.

Il trentatreesimo Festivalbar fu uno dei più riusciti di sempre nel 1996. A presentare le dieci puntate vennero chiamati Amadeus, Alessia Marcuzzi e Corona: la cantante (definizione un po’ azzardata, ma su questo torneremo nella prossima puntata delle Meteore musicali), dopo i successi nelle edizioni precedenti della manifestazione canora, venne promossa a conduttrice.

Si esibirono nelle piazze delle varie città (tra cui la splendida Piazza del Popolo a Fermo, città dei miei anni liceali all’Annibal Caro) molti big della canzone italiana, tra cui Eros Ramazzotti (che vinse sia nella sezione singoli con Più bella cosa, che in quella degli album con Dove c’é musica), Zucchero (che si esibì con Alleluja e Il volo), Luca carboni (con la sua Non é), Ligabue (che si presento’ con Vivo morto o x e Certe notti) e gli immensi Elio e le storie tese (con Mio cuggino), che si godevano la grande popolarità dopo la partecipazione al Festival di Sanremo di quello stesso anno.

Tra gli ospiti internazionali, ci furono le apparizioni degli Oasis, Enriqué Iglesias, dei Cure e di Bryan Adams; mentre non poche furono le presenze di cantanti che avrebbero attraversato le nostre radio e orecchie per poco più di una stagione: una collezione quasi senza pari.

Babylon Zoo e la loro Spaceman.

Kè (artista che all’epoca mi fece un’ottima impressione) che porto’ Strange World.

I Fool’s Garden e la loro Lemon Tree.

I Los del Rio e la Macarena.

Shaggy con Boombastic.

Mark Morrison e la sua Return Of The Mack.

Oltre a questa collezione di spunti per le prossime Meteore musicali, al Festivalbar 1996 parteciparono anche Gianluca Grignani, gli Articolo 31, Gianna Nannini, Umberto Tozzi, Spagna, Gianni Morandi, Paola Turci e Robert Miles, che in quell’anno scalava le classifiche con Children e Fable.

La finale a Napoli fu abbastanza problematica per gli organizzatori, che videro la Piazza del Plebiscito riempirsi a dismisura fino a toccare oltre 120.000 presenze e che, per evitare un ulteriore afflusso di pubblico, furono costretti a mandare l’evento in diretta in Campania.

9 commenti

  1. Fool’s Garden – Lemon Tree
    Los del Rio – Macarena
    Shaggy – Boombastic
    Robert Miles – Children
    Ligabue – Certe notti
    Eros Ramazzotti – Più bella cosa
    Articolo 31 – Tranqi Funky

    Basterebbe questo breve elenco per far capire quanto fu straordinaria ed irripetibile l’Estate 96 dal punto di vista musicale. Sono tutte canzoni entrate nella storia, e poco importa che alcuni dei loro autori non siano riusciti a ripetere il miracolo: hanno comunque lasciato una firma a lettere d’oro su uno dei periodi più floridi di sempre dal punto di vista musicale. E poi in quegli anni erano ancora attivi George Michael, Michael Jackson, le Spice Girls… non erano tutti sullo stesso livello, ma ciascuno secondo le proprie possibilità ha donato tanta bellezza al mondo, una bellezza che ancora oggi viene riconosciuta e amata. Leggendo questi nomi viene anche un po’ di rammarico: George Michael si è ritirato a 40 anni, Michael Jackson è rimasto stritolato dalle beghe legali e dalle proprie stranezze, le Spice Girls si sono sciolte quand’erano ancora giovanissime… è un vero peccato che queste vene aurifere di talento siano state sfruttate così poco rispetto al loro potenziale.
    Attenzione: ho detto che secondo me gli anni 90 sono irripetibili dal punto di vista musicale, ma non sono uno di quei passatisti per cui la musica attuale è tutta spazzatura computerizzata. Chi sostiene questo mi sta antipatico quanto chi dice che la musica commerciale è buona soltanto per far muovere il piedino ai popolani dai gusti semplici, quelli che non sanno cos’è la vera musica (come se ci fosse qualcuno che stabilisce cosa è vera musica e cosa no). Io ritengo al contrario che anche oggi ci siano tanti artisti validi: escludendo quelli in attività da decenni, in Italia abbiamo dei cantanti come Giuliano Palma, Nina Zilli e Lodovica Comello, e all’estero ci sono Bruno Mars, John Newman, i Saint Motel, i Clean Bandit… insomma, ritengo che ogni generazione abbia saputo esprimere degli artisti di livello, e anche se nessuno di loro sarà mai il nuovo Michael Jackson, possono essere tutti fieri di ciò che sono riusciti a creare.

    • Tra quelli che citi sicuramente Bruno Mars ha quella marcia in più per imporsi come una delle star del futuro. Hai ragione sul fatto che la musica ha sempre protagonisti in ogni sua epoca, altrimenti saremmo ancora fermi a Elvis.

      • Bruno Mars deve soltanto rimanere focalizzato sulla propria arte e sulla propria carriera, senza ripetere gli errori del passato (a 24 anni lo pizzicarono con un bel po’ di cocaina addosso). Sarebbe un vero peccato se anche lui finisse nella lista delle stelle spentesi troppo presto che ho stilato sopra.
        Riguardo a Elvis, è un caso molto simile a quello di Michael Jackson: erano i peggiori nemici di se stessi, e le loro tendenze autodistruttive alla fine sono riuscite a prevalere sulla loro personalità, che pure era gigantesca. Ho sempre pensato che ad entrambi sia mancato un amico vero, quello che prende in mano le redini della tua vita quando si accorge che non sei in grado di gestirti da solo, e non ha paura di prendersi i tuoi insulti e il tuo odio per questo. Io ce l’ho un amico così: quando si è accorto che stavo sbagliando mi ha portato nella sua macelleria, mi ci ha chiuso dentro e mi ha fatto uno dei rimproveri più aspri che abbia mai ricevuto. Non lo ringrazierò mai abbastanza.

  2. […] Il disco (a cui collaboro’ anche Spagna, ai testi) uscì nel 1995 e venne trainato e sostenuto dai vari singoli estratti, che permisero ai Corona di restare in classifica praticamente per un triennio e di rendere Olga de Souza una presenza televisiva familiare, anche grazie alle continue partecipazioni al Festivalbar e alla conduzione dell’edizione del 1996. […]

Rispondi

Questo sito usa Akismet per ridurre lo spam. Scopri come i tuoi dati vengono elaborati.