Chi l’ha detto che le donne non sanno menare?

Il Filmaccione da sempre si occupa di “film con omaccioni che menano”, ma a volte si può fare un’eccezione: soprattutto se è Bitch Slap il film di cui andiamo a parlare. Bitch Slap – Le Superdotate, come è stato ribattezzato da noi, che Sventole era poco allusivo ed evidentemente era un gioco di parole troppo arguto per l’utente cinematografico medio, è passato piuttosto inosservato nel 2011.

L’esile, esilissima storia su cui si basa tutto questo trionfo di schiaffoni, sangue, erotismo a buon mercato e contorsioni varie (delle ragazze e della sceneggiatura) vuole essere un chiaro omaggio ai film di Russ Meyer e alle sue donne maggiorate e determinate a non farsi mettere i piedi sopra da nessuno. La regia e la sceneggiatura sono opera di Rick Jacobson, già alle prese con le serie TV Baywatch, Spartacus e soprattutto Xena e Hercules (da cui provengono molti attori del cast).

Il film inizia con una dichiarazione d’intenti che fa subito comprendere dove punterà maggiormente l’occhio del regista.

I quattro airbag appartengono a queste due signorine: Camero e Hel.

Assieme a loro c’è una terza ragazza: Trixie.

Ah, dimenticavo.

Le tre si trovano nel deserto e con loro, abbastanza malmesso e confinato nel portabagagli, c’è Gage, un gangster.

Le tre donne vogliono estorcere a Gage le informazioni su dove si trovino gli oggetti da lui trafugati a Pinky, uno spadaccino famoso per la sua efferatezza: le donne sono alla ricerca di alcuni diamanti dall’enorme valore. Gage, però, riesce con un barbatrucco a portarsi in vantaggio sulle sue aguzzine.

Ci pensa Camero a rimediare, sparando tra le gambe di Trixie e colpendo i gioielli di famiglia del povero Gage.

Gage dice loro che gli oggetti sono stati nascosti nel sottosuolo e le invita a scavare. Poi Camero si fa prendere dalla mano e lo uccide senza pensarci troppo.

Parte lo spiegone su Pinky e la sua capacità con la spada. Tutti temono questa misteriosa figura, che in poco tempo ha scalato posizioni nella malavita: se non vogliono mettersi contro lo spadaccino, le tre ragazze devono sbrigarsi a trovare i diamanti e poi fuggire.

La storia ha continui flashback che tentano di ricostruire gli avvenimenti accaduti prima dello spostamento nel deserto delle protagoniste. Qui ci mostrano Camero mentre aggredisce uno scagnozzo di Gage.

Camero lo polverizza con la ruota della sua moto.

Poi le ragazze si mettono a scavare alla ricerca del tesoro di Pinky.

E bisogna dire che sono bravissime.

Ma in lontananza appare un’auto della polizia.

Ne scende un biondino.

Hel si prepara ad accoglierlo.

Gli fa un pò di moine e poi nota il suo nome.

Lui prova a dirle che si pronuncia “fuks” e non “faks”, ma ormai è rosso come un peperone e ha perso ogni credibilità di fronte alle donne.

Il poliziotto se ne va tutto intero e parte un altro flashback. Ci troviamo a un festino con Gage abbastanza annoiato, nonostante l’ottima compagnia.

Ma poi arriva Trixie, che di lavoro fa la spogliarellista.

E Gage si risveglia d’improvviso.

Trixie gli mostra la lampadina e gli chiede se saprebbe metterci le mani. Gage ormai non capisce più niente e per il bagliore diventa cieco.

Ma a osservare la scena c’è Fuchs (comunque si pronunci), che evidentemente ha fatto il finto tonto con le ragazze e conosce Trixie.

Un altro flashback ci mostra Camero coinvolta in uno scontro con due tizi al soldo di Gage.

Camero si dedica prima a squagliare gli zebedei di Hot Wire (che a ‘sto punto è un’abitudine).

Poi tocca a Kinki, che usa come arma uno yo-yo dalle lame aguzze.

Camero non si fa intimorire e fa comprendere ai due quanto sia pericolosa.

Ma torniamo al presente. Dopo essersi chieste a vicenda quale sia stata la loro “scopata migliore”, le ragazze si tirano secchiate d’acqua. Oh, nel deserto fa caldo, no?

Dopo svariati minuti di doccia le ragazze s’imbattono in qualcosa.

E’ il corpo di un uomo morto molto male. In uno dei flashback appare come il fantomatico capo di Hel.

Prese dallo sconforto Hel e Trixie non sanno come consolarsi.

Ma Camero s’ingelosisce e comincia a dare di matto.

Hel riesce a calmarla per il rotto della cuffia, ma i guai sono solo all’inizio. A peggiorare la situazione giungono Hot Wire e Kinki.

I nuovi arrivati costringono Camero e Hel a scavare alla ricerca del fantomatico tesoro, mentre si sollazzano con la povera Trixie.

Ma Hel individua finalmente il luogo dove sono nascosti gli oggetti di Pinky, permettendo alla spogliarellista di riprendere fiato.

Una volta aperta la botola, Hot Wire e la sua compagna si apprestano a uccidere le tre, ma per loro fortuna arriva la cavalleria.

Il povero Fuchs, però, può pochissimo contro lo yo-yo di Kinki e fa una figura barbina.

Questo permette a Hel e a Camero di riprendere in mano la situazione (e un fucile d’assalto) e di fermare il massacro del povero agente di polizia.

Intanto Camero fa fuori i due squinternati.

Purtroppo ormai la donna è fuori di sé e attacca Fuchs. Hel la ferma e mette in salvo quello che rimane del biondino.

Hel e Trixie, dopo aver legato la sempre meno gestibile Camero,  scendono nel bunker sotterraneo e trovano vari oggetti oltre ai diamanti.

Nel frattempo parte un altro flashback, che ci mostra Camero quando si era nascosta in un convento di suore.

Tornate in superficie trovano Camero libera. Lei e Hel ormai non si fidano più l’una dell’altra e iniziano a picchiarsi.

Ma Camero ha la meglio e incatena Hel.

Poi cosparge di benzina tutta l’area e anche Trixie.

Dopo aver dato fuoco alla scia di benzina, Camero si allontana con i diamanti. Hel, disperata, si toglie le catene e spara all’auto in fuga.

Ma il fuoco scatenato dalla psicopatica raggiunge i contenitori di benzina, che esplodono e radono tutto al suolo.

Quando si riprendono, Hel confessa a Trixie di essere in realtà Foxy 69, un agente segreto che doveva rintracciare un’arma batteriologica in possesso di Gage (il cilindro metallico) e che adesso che ha terminato la sua missione vuole vivere con lei perché l’ama.

Trixie sembra non essere entusiasta dei sentimenti della donna.

Ma in realtà la sua espressione è dovuta alla pallottola che l’ha colpita.

E’ Camero che le ha sparato e che non si sa come è sopravvissuta.

Hel, imbestialita, l’attacca a testa bassa.

 

Ma ancora una volta Camero si dimostra più forte e sconfigge Hel.

Ora tocca a Trixie, prostrata dal proiettile.

Camero tenta di stuprarla, poi si ferma, accorgendosi di un tatuaggio che non le sembra sconosciuto.

Lei aveva già incontrato Trixie: era stata la sua “scopata migliore”. Ormai in preda alla confusione e all’ira, Camero sguaina la katana e si prepara a colpire la spogliarellista. Però qualcuno le spara e l’ammazza.

E’ Fuchs, che è sopravvissuto anche lui non si sa come all’esplosione della roulotte.

Parte un altro flashback, che ci mostra il momento in cui Gage è entrato in possesso dell’arma e della spada sei mesi prima. Durante la vendita dell’arma a un uomo asiatico in cambio dei diamanti, Gage era stato attaccato sia da Foxy 69 che dai servizi segreti. A sparigliare le carte era apparso Pinky, che aveva abbattuto chiunque gli si era posto davanti.

Nella confusione Gage si era impadronito dell’arma e della spada di Pinky, per poi dileguarsi.

Nel presente, inatnto, Trixie sembra aver apprezzato l’aiuto di Fuchs e si mostra apparentemente ben disposta nei suoi confronti.

La ragazza, però estrae qualcosa dalle mutandine. E non è la spirale.

Trixie lancia lo shuriken contro l’agente, che muore senza poter assaporare il cambio di cognome.

E poi per chi non ci fosse ancora arrivato, il film ci rivela chi sia in realtà Pinky.

Trixie/Pinky punta la spada alla gola di Hel/Foxy 69 e le rivela che ha imbastito lei tutta questa storia per recuperare la katana rubatale, manovrando lei e tutti gli altri come pedine.

Poi se ne va, lasciando una sconvolta Hel a osservarla allontanarsi.

Pinky sale su un auto che nel frattempo è sopraggiunta a prenderla e, prima di ripartire, si rifà il trucco.

Bitch Slap è un B-Movie che non si preoccupa delle mastodontiche crepe della sceneggiatura (perché poi le copre con opportune inquadrature) e che si lascia guardare per quello che è: tre donne in vestiti attillati che non si fanno pregare per strapparsi i capelli e lasciare ben poco all’immaginazione, mentre gli uomini fanno tutti una brutta fine e sono rappresentati come degli idioti incapaci di resistere ai languidi sguardi femminili. Non ne viene fuori proprio un bel quadretto per nessuno, ma forse è proprio questa l’intenzione del film: dare sventole a destra e a manca.