Vi siete mai chiesti come sarebbe stato vedere Arnold Schwarzenegger nei panni di James Bond? Qualcuno lo ha fatto e poi ha pensato che era meglio continuare a fargli fare Commando.
Quando esce nelle sale Codice Magnum, Arnold Schwarzenegger è già una stella famosa di Hollywood. I due Conan, Terminator e soprattutto Commando lo avevano reso celebre e messo in competizione con l’altro dominatore degli film d’azione, Sylvester Stallone.
Il contratto con Dino De Laurentis gli cominciava quindi a stare stretto e Codice Magnum sarebbe stato l’ultimo lavoro realizzato con il produttore. Costato poco più di 8 milioni di dollari, ne incassò circa il doppio, consolidando ulteriormente lo status di Schwarzy, ma non aggiungendo niente di significativo alla sua carriera. Ma non perdiamo tempo e partiamo con il nostro Filmaccione.
I tipi dell’FBI tengono nascosto un prezioso testimone in un nascondiglio in mezzo ai boschi. Ma la segretezza è tale che dei killer vanno a fare loro visita e li accoppano tutti.

Visto che ci sono buttano là una bomba.

Poi si occupano del testimone scomodo.

Tra gli agenti dell’FBI che vanno a pulire il macello e a litigare con il padrone di casa che non ridà loro la caparra, c’é Harry Shannon, padre di una delle vittime, che non la prende benissimo.

Nel frattempo veniamo introdotti al protagonista del film, Mark Kaminsky (il nostro amico Arnold), che, sostenuto da una musichetta degna di un film di Bud Spencer e Terence Hill, si dedica all’inseguimento di un finto poliziotto.

Ma il fuggiasco riesce a seminare lo sceriffo, inventandosi una manovra elusiva.

La smorfia di disappunto evidente sul volto del nostro eroe non lascia presagire niente di buono per lo spericolato fuggitivo.

Kaminsky si apposta in un sentiero dove reputa passerà a breve la sua preda. Come c’è scritto nel manuale delle istruzioni per gli sceriffi, innaffia la strada di benzina e poi nell’attesa si accende un sigaro.
Quindi dà fuoco alla strada.
Catturato il pericoloso criminale ormai ridotto a un flambé, Mark torna a casa, dove spera di ricevere una calda accoglienza dalla moglie.


La donna vomita addosso al marito tutta la sua frustrazione per averla portata lontano da New York e costretta a vivere in provincia, mentre lui se ne va in giro a dar fuoco alle strade.

Viene così fuori nel super spiegone che Kaminsky ha dovuto rinunciare alla carriera nell’FBI dopo che si era un pò troppo lasciato andare con un delinquente e lo aveva rifatto nuovo. La moglie sembra capire le ragioni del marito e gli offre la torta.

Mentre è indeciso se andare a liberare il finto poliziotto di prima per sfogare la frustrazione, Mark riceve una telefonata.

Dall’altro lato del telefonen telefono c’é Shannon, che dice a Schwarzy di volerlo incontrare e lo vuole convincere a infiltrarsi nell’organizzazione mafiosa di Luigi Patrovita a Chicago. Il boss è già sotto indagine dell’FBI, ma la commissione d’inchiesta che se ne occupa gira a vuoto (tra l’altro è guidata da Marvin Baxter, il tipo che costrinse Kaminsky a licenziarsi) dopo l’uccisione del supertestimone e Shannon non intende fargliela passare liscia. Per lui è diventata una questione personale dopo la morte del figlio e tutta l’operazione sarà sconosciuta all’Agenzia e sostenuta finanziariamente dall’anziano agente con i suoi risparmi. Kaminsky, in cambio, riotterrà il suo posto all’FBI.

Mark accetta (anche perché si può prendere una vacanza da quell’esaurita della moglie) e si mette subito all’opera. Il piano di Shannon prevede che lui insceni la sua morte e assuma l’identità di Joseph P. Brenner, un pregiudicato di Miami con una certa fedina penale. Nessuno deve sapere niente, neanche la moglie. Kaminsky ci pensa un po’ su e fa quello che farebbe ogni marito premuroso e anche ogni cittadino osservante le leggi.
Va di notte con la sua auto da sceriffo presso uno stabilimento di nafta.
Apre tutti i serbatoi.
Si assicura che il liquido finisca ben bene sotto la sua auto.
Ruba una moto e spara verso la pozzanghera.
E distrugge tutto.
E si sbriga a fuggire.
Inscenata la morte, Kaminsky si dedica alla sua missione. Va a Chicago e per ingraziarsi Patrovita inizia a dar fastidio al suo rivale, tale Martin Lamanski. Per prima cosa va in una sua bisca e dà una ripassata ai suoi sgherri. Poi nota un camion fuori dal locale e il suo sguardo si illumina.

Il giorno dopo requisisce la limousine di Lamanski con dentro la ragazza del gangster e oltre all’auto ruba tutti i gioielli della donna. Poi si presenta allo staff di Patrovita nell’hotel dove gestiscono gli affari.




Rocca ringrazia Mark per i servizi e gli regala qualche migliaio di dollari da giocarsi nella bisca clandestina di famiglia. “Le faremo sapere” e “lasci pure il suo curriculum sul sito aziendale” gli dice e Kaminsky se ne va. C’é crisi anche per le organizzazioni mafiose. Arnold va al tavolo da gioco e fa lo splendido con una bionda, regalandole tutto il gruzzolo.

Uscito, però, viene aggredito: lui non si tira indietro e come al solito mena tutti.

Il giorno dopo la polizia confisca 100 milioni di dollari in un covo di Patrovita. Erano per le sigarette.

Vista la mala parata Rocca decide di prendere in prova Schwarzy. Lui tutto contento se ne torna a casa, ma all’uscita dall’hotel incontra la bionda di prima (Monique) e capisce che il suo fascino teutonico ha colpito e magari ci scappa anche un anschluss.

I due si ubriacano, ma al momento di andare in camera da letto, Kaminsky cade addormentato (in realtà si finge tale perché vuole restare fedele a quella simpaticona della moglie). Monique un pensierino però ce l’aveva fatto.

La donna chiama Max, che l’ha ingaggiata per scoprire le reali intenzioni del nuovo arrivato in cambio dell’estinzione di alcuni debiti di gioco.

La sera dopo Rocca presenta a Patrovita il nuovo arrivato. Keller, sempre meno convinto del suo collega, si fa fare una foto con lui per poter approfondire meglio le sue indagini.

Intanto Monique continua a stare alle costole del fu Kaminsky e si fa accompagnare a fare shopping. Lui, come sempre, non si fa problemi a spendere per la donna.

Ma al negozio i due vengono aggrediti dagli uomini di Lamanski, che se la sono legata al dito per la distruzione della loro bisca. Terminata l’ennesima rissa, la gang di Patrovita si concentra su come recuperare i milioni sottratti dalla polizia. Schwarzy suggerisce di destabilizzare l’ambiente e di mettere varie bombe all’interno delle stazioni di polizia di Chicago, in modo da introdurre falsi artificieri e di rubare i soldi. All’inizio i suoi capi sono un pò scettici.

Patrovita e Rocca si lasciano comunque convincere e l’escalation di bombe inizia a terrorizzare i poliziotti. Monique, intanto, viene broccolata pesantemente da Max mentre è alle prese con la sua ventorcidesima sigaretta da quando ha fatto la sua apparizione.
Ma ci pensa Arnoldone a far calmare il suo collega

Monique e il suo salvatore vanno poi a cena, ma l’idillio dura poco. Kaminsky svela alla donna di essere sposato e le confessa che anni e anni di steroidi hanno fatto fare kaputt al suo schwanstücker. Le dice, però, di considerarla un’amica.

La donna gli fa una scenata isterica e gli tira il vestito comprato con i risparmi di una vita di quel fessacchiotto di Shannon. Nel frattempo gli uomini di Patrovita riescono a infiltrarsi dove sono custoditi i soldi del loro capo e a recuperarli.
Keller vuole comunque farla finita con Lamanski e si mette a pedinarlo per dargli una lezione definitiva.L’inseguimento degenera e apparentemente il rivale di Patrovita sembra cavarsela.
Ma c’é l’Arma di distruzione di massa austriaca a bordo dell’altra auto.

Lamanski dapprima finisce con l’auto decapitata.
Poi contro un camion di benzina che passava di lì per caso. Roba che neanche Wile E. Coyote.

Keller, sempre meno convinto dell’accento della Florida di Kaminsky, si rivolge a un poliziotto corrotto di Miami che ha avuto a che fare con il vero Joseph P. Brenner e gli mostra la foto dell’uomo.

Ora Patrovita sa che ha una talpa nella sua organizzazione e si scaglia contro Baxter, che scopriamo essere in combutta con il mafioso. E’ lui che ha dato l’indirizzo del luogo dov’era il super testimone accoppato a inizio film ed è sempre lui che suggerisce il nome di Shannon come l’uomo dietro a tutto questo. Keller non se lo fa dire due volte e organizza un simpatico siparietto: far uccidere Shannon da Kaminsky in un attentato e poi far fuori lui stesso l’infiltrato sconvolto dalla morte dell’amico. Ammazzarlo e basta tipo nel sonno era troppo semplice evidentemente.
Giunti al cimitero dove deve svolgersi l’esecuzione, Mark si rende conto di trovarsi di fronte l’agente dell’FBI.

Nella sparatoria che segue Keller viene accoppato (complimentoni per il piano geniale), mentre il nostro protagonista resta integro. Shannon, invece, si è ferito.

Mark fugge dalla scena grazie a Monique e la porta a casa. La donna spera che finalmente ci possa essere qualche sviluppo nella loro frequentazione, ma lui se ne va pronunciando frasi sconnesse tipo “li ammazzerò tutten”.

E qui finisce l’esperienza di Schwarzy come agente segreto e viene a galla il Commando che è in lui: qualcuno in produzione si sarà reso conto che era per quello che la gente pagava il biglietto. Va a casa, prende la sua bella valigia di munizioni e poi va a crivellare di pallottole gli uomini di Patrovita. Ma prima un pò di musica.

Come per magia, però, dalla radio parte Satisfaction dei Rolling Stones. Misteri della musica. Mark fa spallucce e inizia il massacro, fino a che non sbatte con qualcosa.
Prima di venire schiacciato dal camion che sopraggiunge, riesce a saltare.
E riprende la sequenza sterminatrice.
Ora tocca a Patrovita e Rocca. Li va a snidare nell’hotel di quest’ultimo.


Massacra chiunque gli capiti a tiro, fino a che il boss e il suo braccio destro restano soli. Patrovita, come già capitato alla Belva di Cobra, va nel pallone.

Rocca non fa in tempo e finisce all’altro mondo.
E poi tocca al suo boss.
L’ultimo rimasto è Baxter, che prova a infinocchiare Kaminsky.

Da Commando, si passa poi al finale di Casablanca. Monique sta per partire con un aereo e Mark la raggiunge, regalandole 250.000 dollari sottratti a Patrovita.

Kaminsky torna così alla sua vita di agente dell’FBI e anche dalla moglie, che non sapeva più a chi tirare le torte. Non non si capisce perché non abbia subito ammazzato tutti e amen, invece di giocare all’elegantone crucco per tre quarti di film. A sì, perché la pellicola sarebbe durata un quarto d’ora.
Prima che Codice Magnum finisca, però ci regala un’ultima scena con Shannon.

Fantastico!! Al “te lo rispiego se vuoi” sono morta 😂😂😂😂😂
Un piano “geniale”😁
Ma come ti vengono 😂😂
È tutto merito di chi scrive queste sceneggiature così argute. Io mi limito a infilarmi nelle assurdità che vedo.😉
Superlativo!!
😄
Ho da poco finito di vederlo per la prima volta, spinto proprio dal fatto che gli avevi dedicato un post. CAZZO CHE FILM STREPITOSO. Il termine filmaccione gli calza proprio a pennello! 🙂
Senza fare spoiler rilevanti sulla trama, ti dico che per me ci sono almeno 3 momenti cult:
– quello in cui Arnold mette tutte le armi sul letto, e le sceglie con l’aria di chi non sa quale tartina prendere al buffet;
– quello in cui Arnold si mette una canottiera e un chiodo alla Fonzie, e poi si guarda allo specchio con uno sguardo del tipo “Andiamo ad ammazzare”;
– quello in cui Arnold mette in macchina la musicassetta di “I can’t get no satisfaction”, e comincia a sparare seguendo il ritmo della canzone.
MAGNIFICO!!!
Ineccepibile commento. Peccato che la cassetta messa sull’autoradio da schwarzy fosse quella dei Crusaders, ma che poi emette i Rolling Stones. Misteri musicali che vengono comunque perdonati dalla grandiosa sboronità del film😊
Sai che non ci avevo assolutamente fatto caso? E’ un blooper che aumenta il fascino del film anziché diminuirlo: in questo modo lo spettatore può provare ad immaginarsi come sarebbe stata quella scena con una colonna sonora diversa.
Onestamente, credo che sarebbe stata peggiore: quella scena è LA PERFEZIONE, e qualsiasi altro brano, anche un capolavoro come Dancing Queen, l’avrebbe accompagnata in modo peggiore.
Ma forse non è neanche giusto usare il verbo accompagnare, perché in questo caso la musica è profondamente legata al film e recita un ruolo di primo piano in esso, come se fossimo in un film di Sergio Leone o Dario Argento. E quest’ultimo di FILMACCIONI ne sa qualcosa! 🙂
Alla cassetta ci ho fatto caso solo durante la stesura del filmaccione, dopo che per anni ho assistito al film dando x scontata la scena di satisfaction. Probabilmente in post produzione avranno pensato che i rolling Stones avrebbero avuto più successo rispetto ai crusaders (in effetti il film è soprattutto famoso x la scena in questione). La scelta musicale si è rivelata decisamente appropriata e decisiva x il successo del film, ma questa non è una novità.
Non sapevo che la scena della musicassetta fosse un cult, ma non mi stupisce: far sparare Arnold a ritmo di musica è un’idea semplicemente geniale. Buona notte, e a presto! 🙂
A presto 😉
Non l’ho visto…
Se ti piace il genere è un must😉
eh sì, è proprio un filmaccione 🙂
😄