La donna cannone, il sogno di amore e libertà di De Gregori

La donna cannone è la fuga dalle certezze per rincorrere la propria felicità. 

“La donna cannone molla tutti e se ne va” era il titolo di un articolo che colpì De Gregori, che lesse la storia della fuga di una stella del circo per inseguire il proprio sogno d’amore.

Le regole del circo vietavano all’attrazione principale una vita normale e questa vicenda di libertà negata smosse l’ispirazione del cantautore.

Pubblicata nel 1983 in uno dei più venduti Qdisc del mercato italiano, La donna cannone si impose per la sua delicata e malinconica storia.

Victor Hugo disse che la suprema felicità della vita è essere amati per quello che si è (“o, meglio, a dispetto di quello che si è”) e la protagonista del brano insegue disperatamente questo stato.

La fuga da una vita fatta di poche certezze, ma che pur qualcosa valgono, è raccontata dalla stessa artista del circo.

“Butterò questo mio enorme cuore tra le stelle un giorno” è la manifestazione della necessità di evadere e andare oltre il tendone che circoscrive la propria esistenza.

Scegliere non è mai facile, soprattutto se questo comporta l’abbandono di una comfort zone, per quanto amara e ben poco “confortevole”.

La donna cannone tocca corde che non riguardano solo il sentimento, ma punta anche ad altro, a qualcosa di ancora più profondo.

La voglia di normalità e soprattutto di riscatto e libertà è resa dal cantautore con una sensibilità poetica unica.

Questa donna, piegata ma non del tutto spezzata, è una delle rappresentazioni femminili più forti, coraggiose e vitali mai scritte.

Strapperà un altro applauso, l’ultimo, per poi volare nelle braccia dell’amato che l’aspetta oltre il tendone.

Probabilmente non c’é nessuno “oltre l’azzurro della tenda” e quel volo verso “l’ultimo treno” nasconde un’insopportabile voglia di farla finita, non solo con il circo.

“Tutta sola verso un cielo nero s’incamminò” lascia immaginare un incerto destino per la donna cannone, verosimilmente più sola che mai nella sua fuga.

Ma forse, in qualche modo, felice.

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