La Trilogia del Cornetto, una delle saghe più spassose di sempre.

La Trilogia del Cornetto è stata una delle più particolari e divertenti saghe del cinema inglese degli ultimi anni. Shaun Of The Dead, Hot Fuzz e The World’s End: tre film che hanno gli stessi attori e regista e che sono legati anche da un Cornetto. Esatto, quel Cornetto.

I tre film hanno tutti in comune una scena in cui i protagonisti si approcciano al gelato, che ha un gusto diverso a seconda del genere affrontato nella pellicola. L’idea di base è quella di trapiantare una commedia in un’altra categoria cinematografica, utilizzando i meccanismi di quel contesto specifico senza snaturarli, sfruttandoli invece per esaltare le parti comiche. Edgard Wright (il regista di tutti e tre i film), ha portato avanti questa trilogia assieme a Simon Pegg e Nick Frost, volendosi rifare ironicamente a quella ben più famosa di Krzysztof Kieślowski. Oltre alla scena del Cornetto, vengono riproposte altre situazioni comuni, come il salto della staccionata e la visita al Pub.

Shaun Of The Dead, il primo film della Trilogia del Cornetto

Nel primo film del 2004, ribattezzato orribilmente L’alba dei morti dementi (sigh), il colore del Cornetto è rosso, come il sangue che giustamente scorre a fiumi in quello che è un omaggio all’horror: il titolo originale Shaun Of The Dead, voleva essere infatti un gioco di parole di Dawn Of The Dead di George A. Romero, inventore del genere zombie.

triogia del cornetto

Come quelli proposti da Romero, anche qui gli zombie sono rappresentati come una critica della società, tanto che i “mostri” non vengono percepiti inizialmente come tali da Shaun, che non nota particolari differenze nel loro comportamento sociale.

Nel film Shaun, impegnato a vivere giorno per giorno un’esistenza opprimente sia dal punto di vista affettivo che lavorativo, si trova assieme all’ingombrante e nullafacente amico Ed ad affrontare un’invasione di zombie.

L’avventura gli permetterà di capire cosa vuole e di trovare la forza per cambiare quello che non va nella sua vita. Lo svolgersi della storia ripercorre i tratti tipici dell’horror, con momenti anche pesanti per chi non frequenta il genere, ma proprio qui si individua la scelta degli autori di cui si parlava: la commistione di elementi comici non comporta per forza uno svilimento del cinema di genere su cui vengono innestati. Da segnalare, nei vari tentativi di sopraffare gli attacchi zombie, il lancio degli LP, una delle trovate più divertenti del film.

Hot Fuzz, il secondo capitolo della saga

Il secondo film della Trilogia del Cornetto, Hot Fuzz (2007), mantiene per fortuna nella distribuzione italiana il titolo originale: il colore del Cornetto è azzurro, come i lampeggianti della polizia e il genere su cui la commedia di Wright si innesta è quindi l’action movie.

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Soprattutto Bad Boys, Die Hard, 48 Ore, Men In Black e tanti altri del genere Buddy vengono presi a riferimento, con i protagonisti che anche stavolta riescono a imprimere risvolti comici in un film di genere.

Nicholas Angel è un poliziotto londinese ossessionato dal suo lavoro, che svolge in maniera maniacale, tanto da essere considerato il migliore. Questa sua attitudine però è mal vista dai suoi superiori, che lo trasferiscono in provincia, dove conosce il suo collega Danny Butterman e prova ad ambientarsi in un contesto meno frenetico, ma, alla fine, comunque pericoloso.

Ancora di più rispetto a Shaun Of The Dead, in Hot Fuzz emerge l’amore degli autori Wright e Pegg verso il genere affrontato, seminando nella pellicola citazioni e riferimenti continui ad altre pellicole, oltre che al precedente tassello della Trilogia.

L’ultima parte della Trilogia del Cornetto: The World’s End

A chiudere il cerchio arriva nel 2013 The World’s End (da noi la Fine del Mondo), in cui stavolta si puntano i riflettori sulla fantascienza (il colore del Cornetto è verde, come quello da sempre legato al genere) e l’approccio è molto più malinconico e maturo dei precedenti capitoli.

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Gary King non è mai riuscito a crescere e a staccarsi dal suo essere adolescente: assieme ai suoi amici aveva provato ad affrontare nel 1990 il Miglio Dorato, un tour attraverso i dodici pub di Newton Heaven, senza riuscire nell’impresa. Anni dopo recluta di nuovo i suoi riluttanti amici di allora e li convince a ritentare, ma le cose non sono più come un tempo: se Gary è ancora imprigionato nel suo personaggio adolescenziale e inaffidabile, gli altri sono andati avanti per la loro vita.

La fantascienza viene affrontata da un’angolazione diversa da quella a cui siamo abituati nei film, con uno “scontro finale” che è tutto un programma e chi non l’ha ancora visto non si vedrà spoilerare nient’altro, anche perché lo svolgimento della trama ha un andamento originale e vale davvero la pena non conoscerne troppo gli sviluppi.

Detto questo, The World’s End è un’amara considerazione sulla globalizzazione imperante (i pub sono tutti omologati come Starbucks) e sulla capacità di maturare e accettare gli anni che passano.

La volontà degli autori di non scardinare gli altri generi o di parodiarli, ma di esaltarli e omaggiarli attraverso il linguaggio comico, è sicuramente vincente e i tre film riescono   nell’impresa.

La Trilogia del Cornetto è un esempio di grande capacità di scrittura e ciò  non è sempre ravvisabile nelle commedie, in cui si cerca spesso di strappare la risata solo sull’accumularsi di situazioni comiche, senza una vera costruzione di fondo.

Peccato che dalle nostre parti questi film siano stati quasi ignorati, ma recuperare i DVD non è difficile e una bella maratona è consigliabile, chiaramente con una bella scorta di Cornetti e qualche birra a portata di mano.

6 commenti

  1. Anche io amo questa trilogia e anche io sono particolarmente legata al terzo film, in parte perché preferisco la fantascienza agli altri generi di riferimento, in parte perché credo, come hai detto tu, che sia il film con l’approccio più maturo. Il cinema britannico ci regala spesso delle belle sorprese!

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