Non che Prince avesse una cosa sola in mente, pero’…
Prince è stato uno degli artisti più straordinari del rock, sempre in bilico tra spiritualità e piaceri della carne: per ogni Anna Stesia, The Holy River, Last December, God, The Cross e The Ladder c’erano altrettante canzoni nella sua sterminata discografia pronte a ribadire quanto la sua reputazione di essere ossessionato dal sesso fosse più che meritata. Proprio di queste ultime si parla in questo articolo, perché non sono molti i musicisti riusciti a imporsi nelle classifiche scrivendo e cantando brani così sessualmente espliciti, a volte persino oltre i limiti della pornografia.

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Soft And Wet
Il primo singolo di Prince è Soft And Wet, brano pubblicato nel 1978 e che vede l’autore ancora indeciso se vestirsi da bravo ragazzo alla Marvin Gaye (come volevano i discografici) o abbandonarsi ai suoi reali interessi. Nel dubbio canta alla sua bella “sei soffice come un leone domato, sei bagnata come la pioggia della sera”: d’altra parte sembra che alle donne piaccia quando non sei troppo diretto.

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Dirty Mind
Dichiarazione d’intenti come poche altre ce ne sono state precedentemente, Dirty Mind è l’album della svolta musicale del 1980 (New Wave, Funk e Rock mescolati e agitati per bene) e della sostituzione delle zampe d’elefante con un impermeabile a coprire solo uno striminzito slip. Questo è il Prince che si presenta al nuovo decennio (il suo decennio) e la canzone che apre il disco è la summa della sua poetica perversa: “non importa dove siamo, non importa chi sia in giro, non importa: voglio solo…”. Proprio quello.
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Head
Con Head si va oltre e si tocca forse il punto più alto (o più basso) del filone erotico di Prince. Il nostro eroe incontra e seduce una ragazza che va a sposarsi, convincendola a lasciar perdere il matrimonio: lei per ringraziarlo gli regala le gioie del sesso orale. La canzone divenne uno dei punti fermi dei suoi show (anche per il favoloso assolo di Doctor Fink), ma, oltre alle normali polemiche per il tema, Head fu oggetto anche di tensioni all’interno della band: Dez Dickerson decise di abbandonare i Revolution perché cantare una canzone sulla fellatio non era più conciliabile con la sua conversione religiosa. Prince non la prese benissimo, ma probabilmente anni dopo, quando divenne Testimone di Geova e decise di troncare con canzoni come queste, ripenso’ al suo vecchio chitarrista con meno astio.

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Sister
Anche Sister è presente nella tracklist di Dirty Mind, inserendosi alla perfezione in un album che più esplicito non si può: His Royal Badness canta, in questo brano quasi punk, dell’amore tra un ragazzino e sua sorella maggiore, trattando senza sottintesi il tema dell’incesto come nessuno prima di lui. E per fortuna neanche dopo.

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Jack U Off
Con Controversy del 1981 il Genio di Minneapolis risponde ironicamente alle critiche ricevute dai benpensanti attraverso il brano che dà il titolo all’album, sicuramente meno sovversivo di Dirty Mind, ma non privo di contenuti vietati ai minori. Jack U Off riprende il tema di Head in maniera più stanca e meno riuscita, scandalizzando comunque di nuovo l’opinione pubblica.

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Let’s Pretend We’re Married
Nel 1982 Prince pubblica 1999, il suo primo album doppio, che lancia il Minneapolis Sound e lo porta a vendere milioni di copie: è un lavoro sostanzialmente funk e con canzoni dalle lunghe code musicali. Non fa eccezione Let’s Pretend We’re Married, in cui The Purple One invita la sua donzella a far finta di essere sposati e a dedicarsi alla parte più divertente della vita di coppia: dovremo pur morire un giorno e Prince è più che determinato a divertirsi “ogni dannata notte”.

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Darling Nikki
Con Purple Rain del 1984 Prince entra definitivamente nel club dei grandi della musica: all’interno di questo suo visionario viaggio nell’hard rock, il Genio di Minneapolis non dimentica d’inserire una delle sue canzoncine a luci rosse: Darling Nikki racconta di Prince che s’imbatte per caso in Nikki, una ragazza che si trastulla a suo modo con una rivista in un hotel. I due decidono che trastullarsi è più bello in compagnia e lui, alla fine di questa vivida esperienza, confessa che “non posso dire ciò che mi ha fatto, ma il mio corpo non è più lo stesso”.

Darling Nikki (dalla trama tipica di un porno vero e proprio) scateno’ stavolta qualcosa di diverso dalle solite polemiche, perché giunse alle orecchie di Tipper Gore, moglie di Al, futuro vice presidente degli Stati Uniti: la signora prese molto male che la figlia undicenne canticchiasse simili sconcezze e così si organizzo’ perché non accadesse più. Nel 1985 fondo’ il Parents Music Resource Center e propose l’istituzione di un organo censorio per la musica, alla stregua di quanto c’era già per il cinema: molti artisti si batterono perché ciò non avvenisse (Frank Zappa su tutti), ma alla fine l’Industria musicale si piego’ ad apporre il famoso sticker “Parental Advisory: Explicit Lyrics” sui cd con troppe parolacce. Tutto questo per Darling Nikki.
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Temptation
In Around The World In A Day Prince si convertì momentaneamente alla psichedelia pop (chiaramente rivista e corretta alla sua maniera) e sembro’ anche mettere da parte i brani troppo erotici. Temptation è la canzone che per la prima volta lo vede non del tutto convinto che il suo mondo debba girare solo attorno alla passione dei sensi: si tratta di un blues acido in cui Prince confessa senza vergogna di non potere e volere fare niente per porre freno alle continue tentazioni della carne, ma l’improvvisa comparsa di Dio lo convince che finirà all’Inferno se non cambierà. Lui si congeda dicendo che ha capito di aver sbagliato e che “l’amore è molto più importante del sesso”: una rivelazione.
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Sexy M.F.
Dopo anni in cui riesce a contenere la sua vena proibita, Prince decide di puntare ancora forte sulla carta delle canzoni esplicite: nel 1992 pubblica Love Symbol e un singolo niente male come Sexy M.F., che si spinge fin dal titolo oltre il consentito. MTV si rifiuta di trasmettere il video (uno dei più divertenti del Purple One) e le radio fanno lo stesso, costringendo la casa discografica a mettere sul mercato una versione editata della canzone, che letteralmente elimina “motherfucker” e copre la parolaccia. Il mercato comincia a respingere Prince e a non capirlo più: gli anni 80 si stanno allontanando velocemente.
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Come
Nel 1994 Prince non esisteva praticamente più e il Genio di Minneapolis andava in giro con la scritta Slave sulla guancia, pretendendo di non essere più chiamato con il suo nome, ma con un impronunciabile simbolo: tutto era nato non perché The Artist Formerly Known As Prince (come decise a un certo punto di farsi chiamare) fosse impazzito, ma per il contrasto insanabile con la Warner, che non voleva più publicare i suoi album con la stessa ravvicinata cadenza annuale. Se Prince era un marchio e il contratto con la Warner non poteva essere rescisso unilateralmente, allora quel nome sarebbe restato alla sua storica casa discografica, mentre lui avrebbe proseguito la carriera con un’altra identità.
Il costo di questa scelta fu devastante per l’uomo e l’artista (la più celebre auto-distruzione di una carriera che si ricordi), che riottenne solo nel 2000 la libertà di incidere di nuovo con il suo nome di battesimo. Intanto il contratto con la Warner andava onorato e Come si affaccio’ nei negozi: se Dirty Mind era stato esplicito, Come lo fu ancora di più, anche troppo. La title-track invitava per undici minuti a “venire”, sostenendo che fosse il modo migliore per risolvere i propri problemi: un po’ pochino (e noioso) per uno dei musicisti più geniali di sempre.
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Orgasm
Il tema brano che chiude Come è sostanzialmente tutto nel suo titolo: una non ben definita signora che viene registrata mentre è sul punto di arrivare al punto di non ritorno. E poi lo raggiunge.

Nel 1995 Prince si sposa con Mayte, la sua ballerina, e mette apparentemente la testa a posto, dedicando sempre meno spazio alle canzoni a luci rosse. Divenuto poi Testimone di Geova, dopo un lungo periodo di crisi personale, si allontanerà per sempre da certe tematiche, che aveva dimostrato però di saper affrontare come nessun altro. Peccato, ci saremmo potuti divertire ancora a lungo.
Bell articolo pieno di curiosità che nn sapevo
Grazie 😊
[…] per doti artistiche, Rick James era invece quello a lui più affine per testi (a volte oltre “le luci rosse”) e musica. Ma a differenza di Prince, James non aveva le sue stesse capacità musicali: Super […]
[…] si percepiva che la preclusione era dovuta ai temi e all’atteggiamento di Prince e Rick James, considerati troppo osé e spinti per il giovane pubblico che seguiva il canale e solo […]