Le canzoni che piacevano a mia madre

Questa volta voglio parlare di qualcosa di più personale. 

Mia madre è mancata cinque anni fa. Iniziano a non essere pochi, soprattutto quando provo a immaginare ancora la sua voce. Le capitava spesso di parlare con un tono troppo alto, a volte senza rendersene conto, altre perché era un modo, forse, per attirare l’attenzione. Quella sua voce con cui ho litigato per tante inutili ragioni, che richiamava me e i miei fratelli (soprattutto loro), che mi chiedeva cosa volevo mangiare, che mi salutava la sera prima di andare a letto, che si lamentava costantemente di tutto quello che non le garbava, che rideva sonoramente davanti ai film di Banfi, è sempre più difficile da ricordare.

A volte ci dimentichiamo delle piccole cose, quelle che diamo per scontate.

A mia madre piacevano le canzoni, che  intonava distrattamente durante le faccende o canticchiava mentre ti passava accanto. Il primo ricordo che ho di lei e la musica, forse quello che mi ha portato ad amarla, è legato a un periodo in cui avevamo sotto casa un piccolo negozio di dischi. Lei registrava, su commissione del proprietario, gli Lp in cassette, e in quel periodo, quando scendevamo a prendere i dischi, mi piaceva perdermi tra tutte quelle copertine, scorrendo i volti o i disegni impressi.

Aveva registrato una cassetta anche per sé, con alcune canzoni che le piacevano. Tra queste ricordo ci fosse Woman In Love di Barbra Streisand e Long Train Runnin’ dei Doobie Brothers e, soprattutto la prima, riempiva costantemente le stanze della casa.

Le piaceva anche Baglioni, soprattutto Avrai, di cui accennava la melodia a più riprese e decantava la bellezza dei versi. Apprezzava Battiato e Morandi, in modo particolare quest’ultimo, fermandosi davanti alla Tv ogni volta che era ospite di qualche trasmissione. Ma penso che questo capiti a tutte le mamme.

Forse però la canzone che più le ho sentito cantare è Quello che le donne non dicono, portata al successo dalla Mannoia. Scritta da Ruggeri, è molto amata dalle donne e mi piace pensare che mia madre si rivedesse in molti angoli del testo. E’ una canzone che in maniera delicata prova a stare dal punto di vista di certe realtà femminili, fingendo di inneggiare alla donna, ma rivelandone, però, le difficoltà, i dolori, l’inadeguatezza, la fatica di essere sempre qualcosa da giudicare, da rimproverare, da biasimare se non conformi al pensiero comune. Forse mia madre ci si rivedeva nella fragilità complessiva che ne emerge, nella paura di essere sole di fronte ai flutti della vita, di dover, comunque, affrontarne il freddo e la solitudine, cercando una forza che non sempre si ha.

Ecco, a distanza di cinque anni sento che la sua voce è un eco che si fa sempre più lontano nella mia testa, ma i ricordi restano sempre saldi nella mia memoria.

mamma2

7 commenti

  1. Questo racconto, in musica, di tua madre è così tenero che se a te il ricordo comincia ad essere un eco lontano, a me è sembrato quasi di sentirla cantare. Grazie per aver condiviso.

    • Grazie a te per questo commento. Conoscendola, mia madre probabilmente non avrebbe approvato che questi ricordi fossero condivisi, ma una volta in più ho preferito non darle retta. Magari, così, si lamenterà con me e riuscirò ad ascoltare la sua voce ancora una volta.

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