“Dietro l’angolo, a mezzo miglio da qui, vedi i vecchi treni passare e li osservi mentre spariscono” (“Down around the corner, half a mile from here; See them long trains run, and you watch them disappear”), mentre tu continui a vivere e ti domandi, perso in te stesso, “senza amore dove saresti adesso?“. Inizia così Long Train Runnin’, il viaggio senza amore dei Doobie Brothers.
Quante volte abbiamo ascoltato le road songs, canzoni in cui il tema del viaggio è centrale? Tra moto lanciate verso l’orizzonte, auto pronte a sgommare, vento che s’insinua nei capelli, adrenalina che pompa e il cuore che batte, il rock ha saputo costruire un immaginario semplice e ben definito, a cui intere generazioni di musicisti hanno attinto a piene mani.
Anche il treno è stato spesso fonte di ispirazione per questi brani, descritto per lo più come la speranza di un futuro migliore per il protagonista o come la dolorosa causa di un’addio definitivo: i Doobie Brothers, invece, lo hanno mostrato da una diversa angolazione e ci hanno cucito sopra una delle loro più celebri canzoni, Long Train Runnin’.

Il brano sul treno più conosciuto del rock è contenuto in The Captain And Me, album del 1973, che aumentò il seguito del gruppo statunitense, già molto popolare per le sue torride esibizioni live e i suoi pezzi in cui si mescolavano country e funk.
Inizialmente Long Train Runnin’ altro non era che un semplice pezzo strumentale chiamato Rosie Pig Moseley, spesso usato nei concerti della band per incastonare assoli e improvvisazioni: fu grazie a Ted Templeman, manager dei Doobie Brothers, se il brano acquisì un testo e una sostanza che lo fecero evolvere da mero riempitivo a canzone simbolo della band di Tom Johnston.
“Without love, where would you be right now?” è la frase centrale di Long Train Runnin’: per la prima volta una road song non punta a rendere protagonista il mezzo di trasporto, ma il treno dei Doobie Brothers è un’immagine fugace e quasi distratta, che si palesa lungo la strada e non lascia speranze a chi l’osserva.
Quel treno non infonde le stesse sensazioni evocate in passato, quando salire su una moto e affrontare il tramonto era sempre bastato a suscitare un’emozione e a regalare un sogno di libertà: “senza amore dove saresti adesso?” mette tutto sotto un’altra prospettiva.
Long train Runnin’ distorce la metafora tipica della road song e le toglie ogni fascino seducente, trasformando lo spunto iniziale in una considerazione sull’esistenza. Il treno, da protagonista (positivo o negativo), diventa un semplice comprimario e viene posto sul fondale della storia: la sua corsa è priva di intenzioni, ma costretta, incanalata su dei binari a cui non può sottrarsi e che hanno un percorso definito. Solo l’amore può dare una speranza di rendere questo viaggio (e la vita) degno di essere compiuto, mentre il treno si allontana e sparisce allo sguardo.