Meteore musicali: Corona

Prendi una brasiliana, falla cantare in inglese con la voce di un’altra e poi colora il tutto con una spruzzata di eurodance.

Nel 1993 esplode in tutta Europa l’eurodance, genere musicale che vede l’Italia primeggiare grazie soprattutto a The Rhythm Of The Night dei Corona, brano con cui il gruppo occupa le classifiche militarmente per mesi.

I Corona si erano formati attorno a Francesco Bontempi (Lee Marrow) e Olga Maria de Souza: il successo clamoroso di The Rhythm Of The Night, oltre a dare loro una visibilità  che probabilmente non era contemplata, li mette sotto i riflettori anche per un’evidente somiglianza con Save Me, brano del 1987 delle Say What.

La popolarità del gruppo era dovuta a un’ottima commistione di techno, house, melodia, presenza scenica e voce: peccato che quest’ultima non appartenesse a chi saliva e si dimenava sul palco, ma a Jenny B, che prestava le corde vocali e interpretava il brano al posto della de Souza.

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Jenny B

Jenny B (che in seguito si imporrà tra le Giovani Proposte a Sanremo nel 2000 e poi continuerà tra alti e bassi ad apparire in Tv e in varie produzioni musicali) abbandona il ruolo di ghost singer nel 1994, venendo sostituita da Sandy Chambers. La nuova voce dei Corona incide le successive hit del gruppo Baby Baby, Try Me Out e I Don’t Wanna Be A Star, che confluiscono nel primo album The Rhythm Of The Night.

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Sandy Chambers

Il disco (a cui collaboro’ anche Spagna, ai testi) uscì nel 1995 e venne trainato e sostenuto dai vari singoli estratti, che permisero ai Corona di restare in classifica praticamente per un triennio e di rendere Olga de Souza una presenza televisiva familiare, anche grazie alle continue partecipazioni al Festivalbar e alla conduzione dell’edizione del 1996.

Nel 1998 i Corona ci riprovarono con un nuovo album, Walking On Music, che però non riuscì a segnare gli stessi dati di vendita. Bontempi lascio’, venendo sostituito da Francesco Conte e Paolo Dughero, che cambiarono l’impostazione del gruppo e iniziarono a guardare oltre l’eurodance. Seguirono un’altra manciata di dischi e anche un timido approccio alla bossanova da parte della de Souza, che finalmente riuscì a far ascoltare la sua voce al pubblico.

Negli anni successivi i Corona riprovarono la via della dance, senza pero’ riuscire a ricreare quel mix vincente che li aveva visti dominare le classifiche e imporre il loro marchio soprattuto nelle discoteche e nelle estati dei primi anni 90.

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