Un nome talmente originale da essere impronunciabile. In compenso, però, avevano bei capelli. Anzi, no, neanche quelli.
Agli inizi degli anni 80 imperavano i New Romantic. Gruppi come i Duran Duran, Spandau Ballet, Japan, Culture Club dominavano le classifiche e imponevano i loro look stravaganti, che segnarono indelebilmente il vestiario del decennio come il peggiore di sempre.
Tra merletti, accostamenti di colori improbabili anche per un daltonico e acconciature che reclamano ancora oggi vendetta, una band si mise in mostra arrivando al successo sostanzialmente grazie a due fattori: il suo nome e i capelli del cantante.

I Kajagoogoo (che dovrebbe essere nelle intenzioni la pronuncia incerta di un bambino nei suoi primi approcci con la parola) si formano nel 1979, ma solo con l’ingresso nella formazione di Limahl nel 1981 ottengono un contratto discografico, grazie anche all’interessamento di Nick Rhodes dei Duran Duran, che produce anche la loro prima fatica.
White Feathers si rivela un successo e i Kajagoogoo (non provate a pronunciarlo dopo mezzanotte, altrimenti otterrete i capelli di Limahl) arrivarono al numero 1 in Inghilterra e nelle prime posizioni in gran parte del resto del mondo, soprattutto grazie a con Too Shy, il loro primo singolo.
I cinque ragazzi, però, non riescono a reggere l’impatto con la fama, la gloria, i soldi e le donne che dal niente gli cadono tra le braccia (scegliete pure voi l’ordine di atterraggio) e si spaccano. Limahl viene allontanato dal gruppo ed è costretto a inventarsi una carriera solista (di cui parleremo un’altra volta), mentre i quattro Kajagoogoo restanti proseguono senza sostituire il cantante, promuovendo al suo posto il bassista.
Pubblicano un secondo album, ma le cose non proseguono benissimo per la band, che a un certo punto diventa un trio a causa dell’abbandono anche del batterista. I superstiti fanno appena in tempo a metter su un terzo disco che non viene quasi neanche promosso e poi dicono basta nel 1986 prima di diventare un duo.
Dopo vari tentativi abortiti nel segno del revival imperante, nel 2008 c’è la reunion del gruppo con tutti i suoi componenti originali e l’immissione sul mercato di un nuovo lavoro nel 2009.
Al momento non si hanno notizie del passaggio a quartetto, trio, duetto…
Li ho appena sentiti alla radio e adesso vedo il tuo articolo…resto sempre sorpresa da queste coincidenze! Che tempi gli anni ’80…
Di sicuro non erano noiosi.
Grande Limahl gli ottanta sono una miniera piena di meteore
Davvero: un pozzo senza fondo 😊
Ci voleva proprio un pezzo su questa band!
è un pò che ci pensavo in effetti.
e pensare che ai tempi band del genere venivano poco considerate…per fortuna che c’è sempre tempo per rivalutarle.
Un ricordo non lo si nega a nessuno.
Dopo essermi ricordata di Nick non sono più riuscita a leggere altro. Avevo il suo poster vicino a quello di quel cantante che cantava qualcosa tipo..you breck my heart …🤔
Nick Kamen?
Siiii😂😂😂
me lo segno per una prossima puntata.
Però erano bellini 😀 askash aiuà…
Ma Limahl non era quello della Storia Infinita?
Esatto. Sarà oggetto di un’altra puntata di Meteore (se lo merita alla fine)
E anche questo è passato senza che me ne accorgessi…
😁
[…] Io non ricordo. Non ricordavo nemmeno di aver letto il libro. Se non fosse stato per Luca e per uno dei suoi ultimi post (leggetelo e, con non troppo sforzo, capirete il simpatico percorso mentale che mi ha riportato al […]
[…] La Meteora di oggi è Limahl, l’ex front-man dei Kajagoogoo, di cui si è parlato la scorsa volta. […]