Vite spezzate dopo il sogno di una serie TV

Il mondo dello spettacolo ha spesso illuso con le sue luci brillanti e seducenti tanti giovani attori, che una volta chiuso il sipario e spenta la telecamera non sono stati capaci di affrontare il mondo reale, restando soli con le loro vite spezzate.

Non sono poche, infatti, le stelle del firmamento televisivo che hanno raggiunto la popolarità da giovanissime e poi si sono perse per strada, spesso incapaci di riciclarsi o solamente di accettare che una fase della loro vita fosse terminata, cadendo in un vortice spesso autodistruttivo.

Erin Moran

Erin Moran era diventata famosa negli anni 70 e 80 con il ruolo di Joanie Cunningham, la Sottiletta di Happy Days, ma una volta terminata la serie tv non era riuscita a far proseguire la sua carriera su binari decenti.

vite spezzate

Jenny & Chachi, lo spin- off del 1982 della serie con Fonzie, che la vedeva protagonista assieme al suo compagno dell’epoca Scott Baio, era stato chiuso dopo sole due stagioni e il suo personaggio fu reinserito in fretta e furia per il congedo dell’ultima stagione di Happy Days. In seguito i suoi impegni non si rivelarono all’altezza delle aspettative, costringendola a piccole parti in show via via sempre minori e ininfluenti per un eventuale rilancio.

Già all’epoca di Happy Days sembra abusasse di droga e alcool, pratica che si intensificò con il declino della sua carriera: a questa venne associata anche una particolare predilezione per il gioco d’azzardo, che la portò a perdere tutti i suoi averi nel 2010 e a vivere in una situazione d’indigenza estrema fino alla sua morte a soli 56 anni.

Adam Rich

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Un’altra delle vite spezzate dall’illusione della celebrità è quella di Adam Rich, il Nicolas de La famiglia Bradford, famosissima serie degli anni 70. Dopo il successo da bambino, l’attore non seppe trovare la sua strada al di fuori della Tv, finendo anche lui nel tunnel delle droghe e rischiando nel 1989 di morire per overdose. Nel 1991 venne anche arrestato per una rapina in una farmacia. Dick Van Patten, suo padre in Tv, si spese a lungo cercando di aiutarlo a rifarsi una vita.

Jaime Foxworth

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Tra le vite spezzate nell’inseguimento della notorietà, quella di Jaimee Foxworth è una delle più devastate. Protagonista della fortunata sit-com degli anni 90 Otto sotto un tetto nel ruolo di Judy (la più piccola della famiglia Winslow), vide il suo personaggio cancellato dalla quarta serie, dopo le eccessive richieste di un aumento degli emolumenti da parte di sua madre alla produzione. Jaimee cadde in depressione dopo l’esclusione dalla serie (che andò avanti senza più menzionarla), finendo preda di droghe e alcool. Tra il 2000 e il 2002, provando a sfruttare la residua celebrità di cui disponeva, si riciclò come attrice porno, aggravando ulteriormente la sua dipendenza. Per fortuna, dopo la nascita di suo figlio, riuscì a tornare sobria e a uscire dall’incubo che la sua vita era diventata.

Gary Coleman, Todd Bridges, Dana Plato

Ma la serie che annovera più casi di giovani attori dalle vite spezzate e che hanno trovato difficoltà dopo la fine della loro esperienza televisiva è Il mio amico Arnold.

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Gary Coleman, il piccolo protagonista Arnold, una volta terminata l’esperienza di Different Strokes (il nome originale della sit-com) nel 1986, trovò serie difficoltà nel riprendere il filo della sua carriera, finendo in bancarotta nel 1999 per le continue spese mediche a cui la nefrite lo costringeva e per la cattiva gestione dei suoi guadagni da parte dei genitori. Nel 2005 si riciclò guardia giurata e nel 2010 morì in un incidente casalingo.

Todd Bridges, dopo aver passato i suoi primi anni recitando e facendo pubblicità, trovò la popolarità come Willis, il fratello maggiore di Arnold. Durante la fine della sit-com iniziò la sua dipendenza da droghe e alcool, finendo per venire estromesso dal mondo della televisione a metà anni 80. Nel 1988, dopo aver rischiato di morire per overdose, finì anche in carcere per tentato omicidio, venendo poi prosciolto dalle accuse a suo carico. Venne nuovamente arrestato nel 1993 per droga, ma per sua fortuna sul finire degli anni 90 riuscì a liberarsi dalle dipendenze.

La più sfortunata dei tre giovani protagonisti è Dana Plato. Abituata al mondo dello spettacolo fin da quando aveva 7 anni, grazie a varie esperienze in Tv e pubblicità, divenne famosa dopo l’ingresso nel cast di Different Strokes come Kimberly. Nella sesta stagione il suo ruolo fu fortemente ridotto e in seguito quasi rimosso dopo che rimase incinta a soli sedici anni. La produzione (che già non vedeva di buon occhio l’abuso di alcool e droghe dell’attrice) trovò che la gravidanza della giovane non fosse adatta al pubblico di riferimento e non tardò a disfarsi di Kimberly senza grandi spiegazioni, limitandosi a farla riapparire di tanto in tanto.

Intanto si sposò e tentò di costruirsi una carriera al di fuori de Il mio amico Arnold, senza sostanziale successo. La dipendenza da antidepressivi, alcool e droga che accumulò nel tempo (dovuti anche alla perdita della custodia del figlio dopo la fine del matrimonio e la perdita di gran parte del patrimonio) non le permisero di impostare la sua carriera come forse desiderava.

Provò a rilanciarsi come attrice soft-core (posando anche per PlayBoy), ma poi finì per lavorare in una lavanderia, partecipando in seguito a una rapina a mano armata che le costò il carcere. La sua triste storia ha trovato un epilogo nel 1999, quando morì in seguito a un overdose di droghe e antidepressivi in semi povertà. Ma come spesso capita, le disgrazie di un genitore cadono anche in sorte ai figli. Nel 2010 suo figlio Tyler Lambert si suicidò sparandosi con un fucile, attribuendosi a quanto pare la colpa della travagliata esistenza della madre.

Le vite spezzate e a volte irrimediabilmente compromesse di queste persone indicano quanto la popolarità possa essere non solo effimera, ma a volte anche dannosa, se gestita male. Se per noi comuni mortali il fallimento è spesso considerato difficile da affrontare, per chi non ha conosciuto e cercato che quello, la caduta è insopportabile.

E a volte il paracadute non si apre neanche.

20 commenti

  1. Che storie tristi e tragiche. Le dipendenze da alcol e stupefacenti ricorrono talmente spesso in questa specie di bollettino di guerra, che mi viene spontaneo pensare che siano state indotte dall’eccessivo stress a cui questi giovani attori sono stati sottoposti.
    Li’ dove la guida parentale avrebbe dovuto farsi sentire, sembra invece che sia mancata clamorosamente – anzi, l’avidità e l’ambizione dei genitori pare abbia addirittura aggravato situazioni psicologiche già assai precarie.
    Ricordo di aver letto di una storia simile riguardo la figlia di Whitney Houston.

    • Hai ragione, sembra davvero un bollettino. A volte i genitori provano a investire i figli dei loro sogni e ambizioni, caricandoli di aspettative eccessive e costringendoli quasi a riscattare i loro fallimenti. Nel caso di queste giovani star, visti i soldi che giravano e l’età, la classica gallina dalle uova d’oro andava spremuta il più possibile, dimenticando quanto i bambini siano fragili nella loro crescita, con conseguenze devastanti.

    • Mi sembra evidente che non ci sia nessun interesse a farlo. Una volta cresciuti alcuni di questi piccoli attori non sono più riproponibili nel ruolo che ha dato loro notorietà e quindi vengono semplicemente dimenticati per fare posto al prossimo bambino; altri diventano ingestibili per le dipendenze che accumulano e perché si convincono di essere effettivamente delle star. Sono storie spesso tristi e irrecuperabili. Un bambino deve essere protetto, non buttato su un palco come un fenomeno da baraccone, come sempre più si vede anche nella nostra misera televisione.

  2. Che bell’articolo, Luca! Però mi ha messo una tristezza leggere di tutti i protagonisti dei telefilm che guardavo da ragazzina, che hanno avuto una vita così difficile… Avendoli visti così spigliati e sicuri di sè sullo schermo, sembra strano che poi nella vita vera non sappiano affrontare la realtà di tutti i giorni. Il mio preferito tra quelli che hai citato era Nicholas della famiglia Bradford, ho rivisto alcune puntate qualche mese fa in TV, che nostalgia…

    • Lui è stato il primo di cui avevo letto le disavventure post famiglia bradford e da quel momento avevo iniziato a guardare con minore simpatia le serie con piccoli protagonisti. La storia di kimberly e di tutti i suoi colleghi di arnold, poi, ha rafforzato ancora di più questa mia tendenza.

  3. la notorietà è una cosa devastante a volte , che tristezza però , avere delle possibilità dalla vita e gettarle via in questo modo , pensare che c’è gente che certe possibilità non le avrà mai …..mi dispiace per Erin Moran come per tutti gli altri , ciao Luca

    • La notorietà non è per forza un male, ma bisogna saperla gestire come tutte le cose e non sempre si hanno gli strumenti per farlo. Ciao anche a te, Massimiliano, e grazie di passare da queste parti 😉

  4. Il mondo del cinema e della televisione sono tra quelli che creano più dipendenza secondo me, per cui una volta che ne hai avuto un assaggio non basta mai. Io che nel mio piccolo sto cercando di entrarci ho visto che effetto fa vedere il proprio nome tra i titoli di coda, e se ha fatto girare la testa a me con un cortometraggio non oso immaginare che effetto possa fare un film o una serie tv.

    Purtroppo questa piaga infetta Hollywood da sempre, basta vedere film come “Viale del tramonto” o “Che fine ha fatto Baby Jane” per rendersi conto che le vite rovinate dalla fama erano un problema già negli anni Cinquanta e Sessanta.

    • Hai assolutamente ragione. Jackie Coogan, lo zio fester della famiglia addams, era stato durante l’infanzia uno di questi piccoli attori che facevano commuovere il pubblico e una volta cresciuto si era visto sbattere davanti molte porte. La storia semplicemente si ripete.

  5. Per me è l’ennesima conferma che la tv fa male, Soprattutto ai piu piccoli.
    Ma ammetto di essere prevenuta in partenza.
    Se non ci fosse la televisione non ci sarebbero stati bim bum bam, ken il guerriero, galaxy express, e una parte della mia infanzia. Il mondo sarebbe stato diverso e forse anche io. Avrei avuto molti più fratelli
    probabilmente…
    Comunque bell’ articolo, ti faccio i miei complimenti.
    A presto.

    • Grazie dei complimenti 😊. La TV è uno strumento come tanti altri e sta all’ uomo utilizzarlo con giudizio e saggiamente. A presto.

  6. Una volta invidiavo le star del cinema e della tv, ma poi leggendo le loro biografie, ho capito che il mondo dello spettacolo è davvero duro e brutto. Difficile trovare qualcuno che ne esca pulito, soprattutto se diventa famoso e non riesce a mantenere questa fama. Figuriamoci poi chi la perde di colpo…
    Di questi attori e attrici che hai citato, ricordo solo la ragazza di “Otto sotto un tetto”, che guardavo da bambino a fine anni ’90. Proprio una brutta storia…

    • Purtroppo, come dici anche tu, il mondo dello spettacolo non corrisponde spesso a come ci viene dipinto dai media, ma nasconde storie terribili e tristi.

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