Walls & Bridges, la precarietà di John Lennon

Tra muri da sfondare e ponti da costruire, Walls & Bridges è stato per John Lennon l’album più difficile da realizzare, concepito in un periodo di crisi personale e lontano da Yoko Ono.

Nell’autunno del 1973 John Lennon e Yoko Ono si separarono per molti mesi: il musicista prese chitarra e bagagli e si spostò sulla costa ovest degli Stati Uniti, con al seguito May Pang, segretaria della coppia.

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John con May Pang

Nel periodo che seguì, conosciuto come il Lost Weekend, Lennon visse con la sua ex segretaria e si dedicò ad affogare i dispiaceri nell’alcol e nella compagnia di alcuni dei peggiori (o migliori, dipende dal punto di vista) soggetti del music business, tra cui spiccavano Harry Nillson e Keith Moon. Per la prima volta in molti anni Lennon si trovava senza qualcuno a cui affidarsi e a cui appoggiarsi: fin dalla fine degli anni 50 aveva avuto nei Silver Beatles e poi nei Beatles dei compagni di viaggio e di vita, a cui si era poi sostituita proprio la Ono, ma ora Lennon si trovava ad affrontare ogni scelta e ogni passo senza punti di riferimento e la cosa non era semplice.

In questi mesi all’insegna del disordine più sfrenato Lennon iniziò a lavorare in studio con Phil Spector su un album di classici del rock’n’roll. Queste sessioni furono assai travagliate e poco soddisfacenti, con Lennon e gli altri musicisti che giravano spesso a vuoto sotto i fumi dell’alcol, fino a che un’esasperato Spector decise di averne avuto abbastanza e sparì portando con sé  i nastri incisi: l’ex beatle sarebbe riuscito a tornare in possesso del maltolto (che, una volta rivisto e corretto, diventerà Rock’N’Roll) nel 1974 e solo in seguito a lunghe trattative con il suo ex produttore.

Lennon fu quindi costretto nel frattempo a rivedere i suoi piani a medio termine e iniziò a scrivere dei brani che portavano alla luce le difficoltà del periodo: da questi nacque Walls & Bridges, album che riproduceva la precarietà del momento e, come spesso accade, fece emergere istinti creativi e risorse inaspettate. Il disco era il primo dal 1968 privo dell’ingombrante presenza della sua musa giapponese e mostrava un John Lennon alle prese con i muri che da sempre lo costringevano (la morte della madre, la celebrità, l’impegno sociale, l’insicurezza) e che provava ad abbattere provando a erigere dei ponti e una via di fuga: per la prima volta da anni sparivano i temi politici e tornava a galla l’uomo dietro l’artista e il personaggio pubblico.

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Lennon in studio con Elton John

Per la realizzazione di Walls & Bridges Lennon tornò a New York, dove si riprese dalla sbronza interminabile di Los Angeles e recuperò un certo rigore lavorativo, portando a termine il suo miglior album dai tempi di Imagine. Nonostante la presenza dell’allegro rock di Whatever Gets You Thru the Night (il singolo con Elton John che regala a Lennon una nuova hit) e di momenti leggeri come il funk di Old Dirt Road e la lieve Surprise Surprise (dedicata a May Pang), Walls & Bridges è un album sostanzialmente scuro e drammatico, segnato dall’incertezza del momento del cantante.

Tra canzoni disperate (Scared, Going Down On Love, What You Got, Nobody Loves You), arrabbiate (Steel And Glass) e desolate (Bless You) emerge l’onirica N. 9 Dreams, che con il suo nonsense di “Ah Bowakawa Pousse, Poussè” sembra ridare serenità e speranza al musicista (e a chi ascolta il disco), interrompendo il flusso angoscioso e triste degli altri brani.

Walls & Bridges è il primo album di Lennon a raggiungere la vetta delle classifiche, evento sfiorato nei precedenti lavori da solista: nonostante ciò il disco non verrà mai ricordato dall’autore tra i suoi lavori preferiti, colpevole ai suoi occhi (e forse anche a quelli della Ono) di essere stato concepito e inciso lontano dalla sua compagna. La Ono rivelerà anni dopo di aver gettato lei la Pang tra le braccia di John, in modo da scongiurare il pericolo che si affacciassero altre donne nella vita del musicista, nell’attesa che i loro  problemi si appianassero.

E infatti il ritorno a New York segnò anche un riavvicinamento con Yoko, permettendo a Lennon di mettersi definitivamente alle spalle alcuni dei mesi più difficili e disordinati della sua vita, capaci comunque di regalargli uno dei suoi dischi più completi e ispirati. Anche se lui stesso non sapeva ammetterlo.

 

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