Gastone Moschin, l’ultimo zingaro di Amici Miei

Un grande attore, che forse avrebbe meritato di più.

Dopo qualche giorno di degenza, a Terni è venuto a mancare Gastone Moschin, l’ultimo superstite della Trilogia di Amici Miei e anche di un certo Cinema italiano. Attore teatrale di grande spessore, inizia a partecipare alle prime produzioni cinematografiche negli anni 50, lavorando soprattutto in commedie (genere dove troverà una sua dimensione).

La straripante concorrenza che ha incontrato nella sua carriera (Gassman, Tognazzi, Mastroianni, Sordi, Manfredi) gli ha forse impedito di emergere come meritava e di ottenere parti più significative. i produttori lo hanno quasi sempre preferito nel ruolo del caratterista, come in Anni ruggenti (dove complottava vigliaccamente contro Manfredi), in Sissignore (in cui sottometteva Tognazzi a fargli da capro espiatorio) o ne Il Conformista (l’agente fascista Manganiello).

GLI ANNI RUGGENTI
Gastone Moschin e Gino Cervi in Anni ruggenti

Ciò non ha impedito comunque che Moschin riuscisse a lasciare un suo segno in ruoli difficili, come in Milano calibro 9 (probabilmente il punto più alto del cinema di Ferdinando Di Leo), dove giganteggia in un noir tiratissimo e crudele, o in Squadra volante (accanto a Tomas Milian), in cui disegna lo spietato personaggio del Marsigliese.

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Moschin in Milano calibro 9

La sua bravura lo porta a partecipare al Padrino – Parte II come Don Fanucci, mafioso della Little Italy che si scontra con il giovane Robert De Niro: il ruolo gli regala gloria internazionale, ma è partecipando a un film iconico (e ormai considerato un grande classico) come Amici Miei che riesce a segnare il suo nome tra i grandi della Commedia all’italiana.

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L’opera di Monicelli (ideato da Germi) è un film corale in cui tutti i protagonisti hanno pari valore e spazio e gli attori riescono a dare sfogo a ogni sfumatura, passando dalla goliardia più sfrenata all’amarezza più travolgente. Gastone Moschin si cala perfettamente nella parte dell’architetto sognatore Rambaldo Melandri, spesso preda delle feroci beffe dei compagni di zingarate, che vengono interpretati  da Ugo Tognazzi, Adolfo Celi, Duilio Del Prete (sostituito poi da Renzo Montagnani) e Philippe Noiret.

I cinque amici di sempre si prendono gioco della vita e sopratutto della morte, l’unica che possa fermarli nella loro ricerca di una felicità forse mai del tutto alla loro portata. Le disillusioni e le sconfitte, ma anche la gioia di vivere, sono rese alla perfezione da tutto il cast e dal regista, che con Amici Miei segno’ uno dei punti più alti della sua carriera. Gastone Moschin tiro’ fuori dal suo cilindro un Melandri tormentato e diviso tra i suoi sogni borghesi e la voglia di mollare tutto, un romantico che sotto sotto sentiva che quella, forse, non è proprio la vita sognata.

Gastone Moschin probabilmente non ha preso dal Cinema italiano quanto dato e nonostante le sue notevoli prove d’attore e la forte sensibilità artistica non sarà ricordato come uno dei mattatori principali. Ma magari non sempre bisogna essere un protagonista, per lasciare un segno nella memoria collettiva: qualche volta basta andare alla stazione e prendere a schiaffi i viaggiatori, così, come se fosse antani.

3 commenti

  1. Ad una prima lettura del tuo articolo Luca ti ho accomunato alla massa scrivente sopra citata, ma forse, rileggendo meglio l’articolo, mi emerge e si staglia sempre più delineata la figura di un attore che a me personalmente ha significato tanto, quasi una figura conosciuta e riconosciuta nella mia quotidianità.
    Il suo modo di essere polimorfico, il suo semplice e candido essere sognatore innamorato combattivo per le donne che ama senza paura di essere deriso o ridicolizzato, la ferma e decisa ingenuità di chi rincorre i propri ideali, senza scoraggiarsi, il suo essere un duro gangster tutto di un pezzo hanno scolpito un busto a tutto tondo per il quale qualsiasi articolo o editoriale possa leggere mi risulterebbero comunque inadeguati tanto è il carico di emozioni che Gastone rievoca in me.
    Pochi altri attori sono riusciti ad essere come lui un meta-attore, un attore in grado di recitare se stesso e raccontarsi mediante i propri film, pur impersonando ruoli diametralmente opposti in epoche diverse e in situazioni diverse. Il Gastone che recita Gastone in tutti i suoi film racconta Gastone, lo fa conoscere amare ed apprezzare. Gastone mi ha insegnato che la semplicità è sempre nelle piccole cose, si può essere grandi attori e forse Gastone non lo è stato se paragonato ad altri, ma sicuramente più di tutti è riuscito ad essere un attore vero, senza paura di svelarsi nei suoi file raccontandosi e mettendosi a nudo integralmente donando quello che di più intimo e vero esiste in un uomo, il proprio essere.

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