Black Or White

Il videoclip di Michael Jackson più visto della storia.

Nel settembre del 1991 Michael Jackson si apprestava a girare il suo video più ambizioso e costoso, che avrebbe dovuto assicurare a Dangerous, il suo prossimo album, di diventare un ennesimo successo.

La genesi di Dangerous non era stata semplice e i continui ritardi nella sua pubblicazione avevano largamente irritato la Sony Music, che già si era vista rifiutare dall’artista il greatest hits Decade 1979-1989: l’artista non fu mai del tutto convinto della bontà del progetto, preferendo dedicarsi a un nuovo album d’inediti, che pero’ impiego’ ben sedici mesi a terminare.

Per questo, proprio sul finire delle sessioni di registrazione, si decise di realizzare un video che potesse catalizzare l’attenzione dei media come era avvenuto ai tempi di Thriller e, volendo andare sul sicuro, l’entourage di Michael Jackson si rivolse a John Landis, già regista del famoso video a base di zombie.

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La canzone scelta per fare da apripista a Dangerous fu Black Or White, a lungo in ballottaggio per il titolo del disco: il brano poneva l’accento sul razzismo ed era molto caro a Jackson, che spinse perché il budget stanziato fosse considerevole e potesse dare a Landis la possibilità di creare qualcosa di unico. Si decise d’investire quattro milioni di dollari, ma, nonostante questo, MJ non aveva ancora la certezza che il regista di Blues Brothers e Una poltrona per due fosse davvero della partita.

John Landis, infatti, non si era affatto mostrato convinto del progetto propostogli, soprattutto perché ancora in attesa che il compenso per Thriller fosse saldato (e si parla di quasi dieci anni). Landis, nelle lunghe telefonate con Michael Jackson, prendeva tempo e alla fine la popstar decise di presentarsi direttamente a casa sua, convincendolo a realizzare il video: il regista di Animal House riuscì comunque a strappare la promessa di essere pagato settimanalmente.

Le riprese si trascinarono per più di un mese, anche perché Jackson era impegnato a ultimare Dangerous e a organizzare gli appuntamenti per la promozione del disco, prioritari su ogni altra occupazione. Inoltre, alcune scene necessitarono di molti giorni di lavorazione: la danza con i nativi americani fu girata in cinque giorni, mentre il set per il segmento in cui MJ balla tra le auto fu costruito ex novo.

Il video si apre con Macaulay Culkin (il piccolo attore di Mamma ho perso l’aereo) che deve fronteggiare il burbero padre (George Wendt, il grande Norm di Cheers), poco incline a fargli ascoltare Black Or White a tutto volume: la vendetta del ragazzino farà saltare letteralmente il genitore in un altro continente, da dove Michael Jackson partirà nel suo viaggio attorno al mondo a base di sfrenate danze con ballerini di tutte le etnie.

La grande disponibilità di denaro permise una cura degli effetti speciali inedita: l’innovativa tecnica del morphing, usata nel passare da un volto all’altro sul finire della prima parte del video, sottolineava il messaggio della canzone e la voglia di innovare il linguaggio dei videoclip. La seconda parte di Black Or White, una volta terminato il brano, vedeva una pantera trasformarsi in Michael Jackson, che poi ballava per la strade di una città. Il video si concludeva con una comparsata di Homer e Bart Simpson.

Black Or White stabilì il record di audience con oltre 500 milioni visualizzazioni della premiere del 14 novembre 1991 (tre giorni dopo l’uscita del singolo, piazzatosi subito al primo posto), con 58 paesi collegati per l’evento. Il videoclip non fu esente da critiche e polemiche: la parte finale fu accusata di incitare alla violenza per la distruzione di vetrine e di un auto durante il ballo e per l’eccessivo sfioramento dei genitali del cantante.

Jackson corse subito ai ripari, riducendo la versione da undici minuti a una più breve, che non prevedeva l’incriminata parte finale: Landis, che a un certo punto si vide piovere addosso le accuse per l’eccessiva aggressività degli ultimi quattro minuti di Black Or White, respinse al mittente le critiche, sostenendo che fosse stato Jacko a pretendere un esplicito ammiccamento sessuale (non volendo essere da meno di Prince e Madonna, maestri del genere).

A parte questo, Black Or White centrò l’obiettivo che si era prefissato e pose le basi perché Dangerous, nei negozi a fine novembre 1991, s’imponesse sul mercato discografico: l’album raggiunse quaranta milioni di copie vendute (di cui sette solo negli USA), conquistando la vetta delle classifiche un po’ ovunque. Il successo del video di Black Or White contribuì a consolidare Michael Jackson come King Of Pop, soprannome che all’inizio di quegli anni 90 era più che dovuto.

 

4 commenti

  1. beh, MJ ha segnato un’epoca! questo è ben chiaro a tutti. Può piacere o meno, ma ciò non toglie che sia stato un grande ballerino oltre che cantante.
    Non a caso, mi sono lasciata ispirare da MJ per un mio romanzo pubblicato con Eretica Edizioni, che ha come protagonista la Annie della canzone Smooth Criminal 😛

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