George Michael: Older

La Re(tro)censione di Older di George Michael.

E finalmente nel 1996 venne la liberazione dalla Columbia. Dopo anni di lotte infinite con la sua ex casa discografica, George Michael riesce a riprendere in mano la propria carriera e a incidere quello che sarà il suo album più maturo: Older.

Non sono stati affatto anni facili quelli appena trascorsi. Oltre a dover fronteggiare l’aspra battaglia legale (che lo costringe ad anni di silenzio discografico), Michael perde il suo compagno per AIDS. A lui dedica Jesus To A Child, il singolo di lancio dell’album, una lenta e dolorosa ballata che ci introduce il nuovo lavoro dell’artista. Quello che emerge da questa canzone è un nuovo George Michael, più vulnerabile e solo, sconfitto nel suo tentativo di autodeterminarsi come artista (come avverrà negli stessi anni anche a Prince) e sicuramente più disilluso di fronte allo star system e all vita in generale.

Il senso di perdita e la tristezza di fondo appartengono a quasi tutte le canzoni del disco, disegnando uno scenario ben definito nella vita dell’artista. George Michael non si riprenderà più dalle esperienze affrontate in questi primi anni 90, che saranno probabilmente fondamentali nelle sue scelte future sia a livello lavorativo che personale.

Il secondo singolo di Older è Fastlove, anch’esso di grande successo commerciale, che permette al cantante anche di rialzare le sue quotazioni come scrittore di pezzi Pop/Dance, anni dopo I Want Yor Sex. Assieme a Star People (forse la canzone meno riuscita del disco) è l’unico momento in cui il cantante si discosta dalla struttura portante che sostiene Older.

Infatti in Older, Spinning The Wheel, It Doesn’t Really Matter, Move On, To Be Forgiven (i veri capisaldi dell’album) scoviamo l’idea musicale dietro all’album, un Jazz venato di varie sfumature, che mostra quanto il disco sia costruito su fondamenta più solide dei lavori precedenti, apparendo meno scollato e con una maggiore idea d’insieme dei pezzi che lo compongono.

George Michael realizza con Older probabilmente il suo disco più bello e curato, in cui la sua urgenza di comunicare emerge maggiormente rispetto al passato. I continui riferimenti alla perdita e alla necessità di ritrovare la fiducia nella vita e di andare avanti ne fanno un’opera sofferta, dalla squisita solidità, con arrangiamenti in cui lo sfondo di gusto Jazz si fonde con sonorità maggiormente adatte all’ascoltatore più orientato al Pop, miscelandole ottimamente senza scadere quasi mai.

L’artista non riuscirà più a ripetere la stessa profondità nei lavori successivi, lasciando Older come un gemma splendente e isolata nella sua carriera e nella sua breve vita.

2 commenti

  1. George Michael era quasi inattivo dal 2004, ma nessuno di noi se n’era accorto, perché le sue canzoni non sono mai scomparse dalla circolazione. E non alludo soltanto a Last Christmas (ormai divenuta un classico delle canzoni di Natale), ma a tutta la sua discografia, che ha continuato a venire trasmessa anche quando la musica è passata dall’era dei cantanti a quella dei dj. La musica di George Michael è immortale, e continuerà ad accompagnarci anche molto tempo dopo la sua morte.

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