Sherlock

Fine di una serie?

E’ terminata la quarta stagione di Sherlock, serie con Benedict Cumberbatch e Martin Freeman, che ha debuttato nel 2010 ed è diventata la migliore serie sull’investigatore privato di Baker Street. Proverò a evitare spoiler per chi queste ultime tre puntate se le fosse lasciate sfuggire.

Dopo tre stagioni che hanno visto la crescita del personaggio, reso in maniera perfetta e glaciale da Cumberbatch, gli ultimi episodi sembrano essere un vero canto del cigno per la serie TV.

Lo Sherlock rappresentato è un uomo che vive nel presente, mantenendo comunque le peculiarità del personaggio di Arthur Conan Doyle. E’ un uomo arrogante e geniale, consapevole del proprio intelletto superiore, ma incapace di relazionarsi con il prossimo. La sua scorza di disadattato viene grattata via mano a mano dal suo storico aiutante, quel Dottor Watson che porta nella vita dell’investigatore l’umanità che sembra essere assente. Con il passare degli episodi il loro legame diventa profondo e indissolubile, permettendo a entrambi di superare i propri limiti e di affrontare casi e difficoltà sempre più grandi.

Forse, come è stato detto da siti molto più autorevoli, la visione di quest’ultima stagione andrebbe considerata come un unicum di più ore e non come episodi separati, perché solo così si può apprezzare maggiormente l’approdo finale della serie. Probabilmente hanno ragione, ma forse, nonostante il notevole sforzo degli autori  Steven Moffat e Mark Gatiss (un sempre grande Mycroft Holmes), Sherlock aveva già detto tutto con le prime due serie e con lo scontro con Moriarty.

I successivi episodi sono sembrati più che altro corollari della bravura degli sceneggiatori e interpreti, ma la grande idea su cui si regge tutta l’opera sembrava esaurita o, comunque, non più capace di evolversi.

Aspettavo questa quarta serie, soprattutto dopo lo scioccante epilogo della terza, ma, nonostante l’amore per questo prodotto della BBC, sono rimasto un pò deluso. Si è volutamente liquidato l’esilio di Sherlock in pochi minuti con un’inutile e vaga nuova emergenza dovuta a Moriarty: poi si è accentrato tutto l’episodio su una trama dispersiva e piena d’azione, più adatta a serie molto più frenetiche. Così come il secondo episodio dei tre è stato costruito su troppe forzature (persino per gli standard della serie), ammucchiando situazioni che si basavano su un’eccessiva sospensione della credulità. L’ultimo episodio, che forse ha posto fine a questa incredibile serie, ha anche provato a mostrare la vera natura di Sherlock Holmes, allontanandolo definitamente dal bizzoso e strambo investigatore per portarlo sulla terra, tra noi comuni mortali. L’approdo finale del personaggio è l’accettazione della fragilità e debolezza della condizione umana, cosa che nelle prime puntate sembrava lontanissima. Se questa era la volontà degli autori, allora si può dire che la quarta stagione abbia un senso e, in definitiva, sia giusto il modo in cui è stata realizzata. Sherlock e Watson saranno insieme per sempre e porteranno a termine centinaia di casi: però il cruccio che si sarebbe potuto fare di meglio resta, soprattutto con attori e autori simili. C’è da dire comunque che Sherlock è di qualche spanna superiore  alla maggior parte delle serie Tv sparse per il piccolo schermo e sarebbe davvero un peccato se l’avventura moderna del più grande investigatore della letteratura terminasse qui.

Un commento

  1. Sherlock Holmes, fa parte dell’ambito di una letteratura che ha trasformato un semplice personaggio letterario azzeccato in un’icona immortale. Proprio perche’ protagonista di romanzi e racconti appartenenti al genere letterario del giallo deduttivo, come il personaggio di Batman che adoro. Si tratta di icone che potranno ancora travalicare l’oceano del tempo e difficilmente moriranno. Detto questo, nello specifico gli episodi Sherlock sono fantastici, è una serie veramente ben realizzata.

Rispondi

Questo sito usa Akismet per ridurre lo spam. Scopri come i tuoi dati vengono elaborati.