Video Story: Video Killed The Radio Star

Con una spiccata e chiaramente voluta punta d’ironia, MTV iniziò le sue trasmissioni proprio con Video Killed The Radio Star nell’agosto del 1981, facendo suo il messaggio della canzone e mettendo in chiaro quanto la TV fosse diventata più importante della radio.

Nel 1979 il duo dei Buggles formato da Trevor Horn e Geoff Downes pubblica il suo primo singolo, quello che resterà per sempre nella memoria di tutti e che darà loro una visibilità probabilmente inaspettata: Video Killed The Radio Star. Il duo si era formato nel 1977, quando entrambi i musicisti erano intenti a sostenere un provino per entrare in un gruppo. La canzone (che anticipa l’album The Age Of Plastic del 1980), risultò essere molto importante per l’influenza che ebbe su gran parte del synthpop, basandosi essenzialmente su sintetizzatori e drum machine, che da strumenti d’avanguardia negli anni 70 divennero il punto focale su cui ruotò gran parte della musica del nuovo decennio.

Lo sviluppo della musica pop negli anni 80 vide infatti prevalere proprio l’acquisto dei sintetizzatori a svantaggio delle chitarre, che nel 1983 risultarono avere una flessione impensabile fino a soli pochi anni prima, toccando punte del 37% in meno che sembrarono segnarne l’irreversibile declino. Ma il messaggio che c’era dietro Video Killed The Radio Star era anche di natura culturale, perché proprio con l’avvento dei video a supporto delle canzoni era cambiata la fruizione delle stesse e la messa in secondo piano del comune ascolto radiofonico (e di questo si era parlato qui).

La clip della canzone inizia nel 1952, con una bambina che cerca di sintonizzare la sua radio alla ricerca di uno dei suoi pezzi preferiti, ma l’irruzione del futuro e della tecnologia (la Tv) fa sì che non ci sia più tempo per ricordare i vecchi ritornelli, cancellati dalle immagini e dai nuovi strumenti. Registratori, tastiere e sintonizzatori vengono esibiti in tutta la loro imponenza alla bambina frastornata, che non è che l’ultima superstite innocente di un tempo prossimo a sparire.

http://www.dailymotion.com/video/x19cbz_the-buggles-video-killed-the-radio_music

MTV e i suoi autori colsero benissimo il significato dietro la canzone e ne fecero la portabandiera della loro scalata nei palinsesti televisivi, donandole un ulteriore picco di popolarità, quando ormai i Buggles erano ormai intenti a fare altro. Dopo l’enorme successo di Video Killed The Radio Star (che comunque non permise a The Age Of Plastic di imporsi più di tanto nelle classifiche) Horn e Downes vennero chiamati a far parte degli Yes in sostituzione di Rick Wakeman e Jon Anderson, che abbandonarono il gruppo proprio nel 1980. La collaborazione con Steve Howe e i restanti membri del gruppo progressive diede vita a Drama, album che portò una svolta al sound degli Yes, avvicinandoli alla New Wave e a sonorità meno legate al loro glorioso passato.

Dopo il tour di Drama gli Yes si sciolsero, per riformarsi per il loro ultimo successo nel 1983, quel 90125 che li vide abbracciare con ancora più vigore il pop. L’ultimo lavoro dei Buggles, invece, fu Adventures In Modern Recording, che passò quasi inosservato. A realizzarlo fu il solo Trevor Horn (Geoff Downes nel frattempo fondò gli Asia), che in seguito decise di dedicarsi prevalentemente alla produzione, collaborando negli anni con artisti come Seal, Renato Zero, Tina Turner, Simple Minds, Genesis e Yes. La produzione dell’album del gruppo uscito nel 2011, Fly From Here, permise agli ex Buggles di tornare a lavorare ancora insieme, poiché la storica formazione aveva ripreso alle tastiere proprio Downes. Se la loro intuizione sull’evoluzione della musica è stata più che felice, sicuramente nei pensieri dei Buggles resta il cruccio di non essere stati capaci di ripetersi, soprattutto per come poi si sono evolute le cose. L’essere stati così avanti sui tempi ed essersi sciolti in concomitanza con l’ascesa di MTV, mentre l’utilizzo della loro canzone più famosa veniva usata dal network come manifesto d’intenti, deve aver lasciato loro qualche rimpianto su come si sarebbe potuta evolvere la loro carriera.

16 commenti

  1. Ciao come sempre bello leggerti!
    Comunque hanno fatto un pacco di soldi!
    Pezzo memorabile non mi si staccava dalla testa.
    Una domanda: T. Horn è anche produttore?
    Pensa te poi da bimbo quasi rock comprai il primo ellepì degli Asia credo per la copertina….

  2. In realtà credo che i Buggles non abbiano alcun rimpianto, perché sono consapevoli di essere stati una delle tante One Hit Wonders. Come i Soft Cell, gli A – Ha, i Katrina and the Waves e tutte le altre band rimaste nella storia per aver azzeccato un motivetto e niente più. Perché alla fine è questo che fa la differenza tra talento e fortuna: se hai talento riesci a ripeterti, se hai avuto soltanto fortuna sparirai già dopo il secondo singolo.
    Poi certo, talvolta ci sono anche delle inaspettate resurrezioni. Ad esempio, Giusy Ferreri esplose nel 2008 con “Non ti scordar mai di me”, è rimasta nelle retrovie per 7 anni e poi è tornata alla ribalta nel 2015, con l’altro mega successo “Roma – Bangkok.”
    Un altro esempio è Alvaro Soler, che sembrava destinato a inabissarsi dopo “El mismo sol” e invece ci ha smentiti già l’anno successivo con “Sofia.”
    Certo, nessuno di questi due cantanti resterà nella storia della musica, ma sono riusciti a conquistare il successo (cosa difficile) e a mantenerlo (cosa difficilissima), e quindi hanno tutto il mio rispetto.
    Riguardo alla radio, onestamente la ascolto poco. Le poche radio che mi interessano sono quelle che hanno una personalità ben definita, che le distingue da tutte le altre: ad esempio, Radio Capital punta esclusivamente sulla musica anni 70 – 80 (a mio giudizio la migliore di sempre), e quindi la ascolto molto volentieri.
    Lo stesso vale per m2o, che seleziona ottimamente il meglio della musica dance di oggi: lascia da parte tutto ciò che è semplicemente UNZ UNZ UNZ, e manda in onda solo le canzoni che hanno qualcosa in più.
    Anche Radio Subasio mette solo canzoni di altissima qualità, ma le attinge quasi esclusivamente dallo scontato serbatoio della musica commerciale, e quindi è più difficile che io mi sintonizzi su quella stazione.

    • Affermarsi è già difficile. Ripetersi è anche dovuto a coincidenze non sempre facili da incontrare. Però quando capitano e c’è dietro del talento, allora è più facile passare da meteora a qualcosa di più stabile: magari una stella 😉.

  3. […] Il problema successivo era la promozione: Top Of The Pops, tradizionale luogo in cui gli artisti presentavano i propri pezzi, li aspettava a braccia aperte, ma la difficoltà di replicare dal vivo Bohemian Rhapsody era un qualcosa che non andava sottovalutato. Proprio per questo i Queen realizzarono un video promozionale del brano, il cui successo nel successo rivelo’ le potenzialità dei videoclip, che nel decennio successivo sarebbero esplosi su MTV. […]

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