All about you, la canzone d’addio per Anita Pallenberg

Quando Keith Richards si congedò da una delle storie d’amore più tormentate del rock.

Se n’è andata pochi giorni fa Anita Pallenberg, quasi in silenzio, distaccandosi da questo mondo senza rumore, appoggiando la porta e non sbattendola come ci si sarebbe aspettato dal personaggio sregolato e sempre sopra le righe che è stata per anni la donna di quasi tutti i Rolling Stones.

Bellissima e trasgressiva, pronta ad afferrare ogni grammo di esistenza che le capitava, entrò nel giro della band inglese nel 1965 e non lo abbandonò per anni, vivendo prima una tormentata storia d’amore e LSD con Brian Jones, per poi approdare nel letto di Keith Richards, quando ormai il primo leader degli Stones era troppo stordito e assente anche solo per suonare la chitarra.

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Anita e Brian

Con Keith la storia andò avanti per anni dal 1967 al 1979, con la breve parentesi del flirt con Mick Jagger durante le riprese di Sadismo, un film senza pretese se non quella di mettere vicino due icone di quegli anni. Richards non la prese benissimo (le prime frizioni tra i Glimmer Twins nacquero da questo episodio), ma nonostante tutto riaccolse Anita tra le sue braccia, sempre più segnate dall’eroina.

Il loro amore era tossico come pochi altri anche se a più riprese furono tentati timidi cenni di distacco dalla droga, soprattutto durante le gravidanze della donna. L’eroina, però, era un’amica troppo seducente per farsi abbandonare così facilmente e la coppia ne sarebbe stata schiava per quasi tutti gli anni 70, vivendo vite parallele che si incrociavano solo nel tirare su i figli.

Mentre Richards aveva almeno i Rolling Stones per distrarsi e provare a vivere, Anita basava la sua esistenza solo sul consumo sfrenato, arrivando sempre più a isolarsi. Dopo Marlon e Angie venne Tara, che fu trovato morto dalla madre nella culla in circostanze mai chiarite e che scavò un ulteriore, ampio solco tra i due. Il bambino aveva solo due mesi e la tragedia spinse ancora di più Anita nel suo incubo paranoico e tossico e Richards a portare la piccola Angie da sua nonna, che l’accudì per vent’anni, mentre Marlon divenne la mascotte dei Rolling Stones.

anita pallenberg
Angie, Anita, Keith e Marlon

Nel 1978, quando Richards fu costretto a disintossicarsi dopo essere stato pizzicato in Canada (dove le leggi sull’importazione di droga non sono proprio compiacenti), le strade tra i due si erano ormai divise. A far scendere definitivamente il sipario sul loro rapporto ci pensò Anita il giorno in cui si mise a giocare alla roulette russa (era appena uscito nelle sale Il Cacciatore) con un ragazzino  di cui si era invaghita e questi si fece esplodere la testa nel suo letto.

Nel 1980 uscì Emotional Rescue, seguito del fortunato Some Girls, che aveva permesso di rivedere Keith Richards finalmente lontano dalle nebbie tossiche che lo avevano avvinto per anni. Nell’album era contenuta All About You, dolorosa e fin troppo crudele canzone di commiato di Keith da Anita.

In essa Keith canta la frustrazione per l’impossibilità di proseguire il rapporto con la madre dei suoi figli, con un incedere lento e sofferto. La ballata, dalla musica dolce e sostenuta da una delle migliori prove di Bobby Keys al sax, contrasta fortemente con il testo aspro e sprezzante, in cui Richards si domanda come potrebbe andare avanti con una persona come quella descritta nel testo.

Il risultato è uno dei brani degli Stones più belli di sempre, una gemma che chiude l’album e anche una parentesi nella vita di Richards e la Pallenberg, che per il chitarrista fu a lungo una musa, un’amica, un’amante, ma anche una continua fonte di guai e disgrazie.

It’s all about you è stata la canzone che ha raccontato con estrema lucidità la fine di un amore insostenibile e tormentato: Anita Pallenberg è poi riuscita a sopravvivere ai suoi demoni e in parte a sconfiggerli, liberandosi dalla droga. Magari si sarà soffermata a pensare negli anni se le cose sarebbero potute andare meglio per lei, per Brian, per Tara e per Keith.

Poi si sará accesa una sigaretta, avrá sorriso sotto gli occhi stanchi e segnati e si sará risposta che a Keith è andata bene comunque.

 

15 commenti

  1. Conosco e apprezzo la canzone… Per quanto riguarda la protagonista, sinceramente non mi ha mai ispirato simpatia ne’ comprensione, sentimenti che riservo a chi la vita la affronta per farne qualcosa di buono per sé o per gli altri. Ovviamente rispetto il tuo diverso sentire, ed è un ricordo molto ben scritto.

    • La Pallenberg non direi che mi era simpatica, anzi: All about you mi fece incuriosire riguardo al personaggio e alle sue traversie, anche perché una canzone così arrabbiata, ma allo stesso tempo rassegnata (e che rende benissimo come certe storie si trascinino ben oltre la consunzione) non mi è mai capitata. Poi c’è la morte e i conti che dobbiamo fare con noi stessi e questo non deve essere stato facile per lei.

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