Il Filmaccione: Cobra

Cinquantadue morti, di cui quarantuno ad opera del protagonista, in 84 minuti di film: praticamente una strage. Se non è un Filmaccione questo…

Nel 1986 Sylvester Stallone era all’apice della sua carriera. Dopo Rocky IV (in cui aveva risolto la Guerra Fredda a cazzotti) e Rambo 2 (in cui aveva aveva riscattato l’onore USA in Vietnam a bazookate), Sly decide che è arrivato il momento di creare un nuovo personaggio che gli permetta d’insediarsi ancora di più (semmai fosse possibile) nell’immaginario collettivo degli anni 80: Marion Cobretti, per gli amici (pochi) detto Cobra.

Nelle intenzioni iniziali questo personaggio doveva agire in un contesto urbano in stile Ispettore Callaghan e creare anche un nuovo franchise, dando a Stallone la possibilità di poter replicare il successo in serie dei suoi iconici Rambo e Rocky. Quello che diventerà Cobra nasce dalle ceneri dell’abortito Beverly Hills Cop, progetto dapprima affidato proprio a Sly e poi rimbalzato sulle spalle di un più accomodante e disponibile Eddie Murphy.

Sylvester Stallone si era mostrato poco convinto del tono leggero su cui si voleva impostare il film con Axel Foley e alla fine aveva piantato baracche e Magnum burattini e, senza perdere tempo, si era lanciato nella realizzazione cinematografica del libro Facile preda di Paula Gosling, riadattandolo secondo le sue esigenze.

Il tenete Cobretti si occupa d’intervenire nei casi in cui la polizia si trova in difficoltà con criminali troppo violenti o crudeli.

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tipo quelli che parcheggiano nei posti riservati ai portatori di handicap.

Il cattivo prende in ostaggio gli avventori e dipendenti di un supermarket e li terrorizza.

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semplicemente con la faccia

Dopo che lo squilibrato ha ammazzato uno degli ostaggi solo fissandolo per più di tre secondi, la polizia decide che si è fatta una certa ed è già il momento di far intervenire il protagonista: Cobra.

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che arriva con la Cobramobile

Cobra s’intrufola con una facilità disarmante nel negozio e si precipita a liberare gli ostaggi oppressi dal criminale.

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prima però si fa una birra

E poi affronta lo psicopatico affetto da acne grave e lo ammazza come da contratto.

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con gli occhiali da sole che lo proteggono dallo sguardo assassino

Dopo aver sfiorato una strage, Cobra se ne esce tutto baldanzoso dal supermercato, ma un giornalista gli chiede conto dei suoi metodi violenti.

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e lui lo scaraventa con gentilezza sul cadavere dell’ostaggio

Finita la giornata di lavoro, Cobra se ne torna a casa e bullizza alcuni fattoni che gli hanno fregato il parcheggio.

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strappandogli la canotta

Ma questa sagoma di poliziotto sta per imbattersi nella sua nemesi: la “Belva della notte

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“bau”

Questo pazzo e la sua setta (di cui faceva parte anche il tizio del supermercato) vogliono sovvertire l’ordine costituito e ammazzano a caso chi gli capita. Mentre mettono in atto questo arguto e inedito piano vengono notati da una modella, Ingrid Knudsen (interpretata da Brigitte Nielsen, all’epoca moglie di Stallone), che diventa così l’unica testimone oculare delle loro malefatte e, di conseguenza, anche bersaglio delle loro attenzioni.

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e non solo delle loro

L’infiltrata della setta nella polizia riesce a risalire all’identità e all’indirizzo di Ingrid. La Belva ammazza chiunque a destra e a manca, tranne la ragazza. Intanto alla polizia si litiga su cosa fare. Cobra si trova in minoranza, attaccato dal detective Monte che non apprezza la sua passione per le sparatorie.

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Andrew Robinson, Scorpio nel primo Ispettore Callaghan

E anche dal suo capitano.

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che ha sempre quest’espressione da “chi ha scoreggiato stavolta?”

Tutto questo chiacchierare è troppo stancante per Cobra, che decide di portare a fare un giro la modella (che ne sai quali gadget ci siano nella Cobramobile).

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poi litiga come al solito per un sorpasso azzardato
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e non fa il CID

Gli uomini della Belva provano in tutti i modi a farlo fuori, ma Cobra è pieno di risorse e attiva la modalità Generale Lee.

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La Belva e i suoi uomini sono sconcertati: le regole del bon-ton vorrebbero che fossero loro a dare la caccia a Batman a Cobra e questo ribaltamento li offende e li porta a lanciare bombe per farlo notare.

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Ma la Cobramobile è anche ignifuga

Dopo aver saltellato per mezza Los Angeles e messo in pericolo centinaia di persone, sparando addosso ai criminali che (giustamente) fuggono terrorizzati e danno le dimissioni dalla setta, Cobra sembra quasi raggiungerli. La Belva è un pò confusa e non sa cosa fare.

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“Chiama la polizia!”

Poi dalla Troupe urlano a Stallone di darsi una calmata, che altrimenti il film finisce dopo quaranta minuti. Lui allora improvvisa.

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e si schianta contro una NAVE

E niente, la Belva riesce a fuggire da quell’invasato e una volta a casa manda il curriculum  in giro per un ingaggio più tranquillo, tipo sminatore di cluster bomb. Cobra, intanto, tira fuori dalla Cobramobile la preziosa testimone mezza morta nell’inseguimento.

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“Hai almeno preso la targa?!”

Poi la situazione degenera per il povero Cobretti. Tutti lo rimproverano e lui non capisce: ha solo raso al suolo Los Angeles, sparato sulla folla, abbattuto ogni limite di velocità, speronato una nave, messo in pericolo la modella che doveva proteggere e turbato la Belva, che è andato a piangere dalla D’Urso.

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“Vacci tu da Maria De Filippi!”

La polizia, pur di toglierselo di torno, lo manda in un posto isolato fuori città assieme a Ingrid, nella convinzione di proteggerla meglio da una setta che finora ha dimostrato di conoscere ogni loro mossa e provato a farli fuori ogni due minuti.

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lei infatti non è molto convinta

L’infiltrata della banda va con Cobra e svela ai suoi amici il luogo in cui si nascondono. Questi vengono a farsi macellare allegramente.

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tipo così
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e così

Nello scontro Cobra stermina tutti i suoi aggressori che non lo beccano mai, neanche fossimo in una puntata di A-Team. Poi ha lo scontro finale con la Belva.

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“A cuccia!”

Finisce così, con un sacco di morti (tra cui il socio del protagonista) e devastazioni, ma Cobra è contento lo stesso e se ne va verso il tramonto con Ingrid.

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Cobra, nonostante non sia un flop al botteghino, non riesce a entrare nelle grazie del pubblico come vorrebbe il suo interprete (e secondo le solite malelingue reale regista). Gli incassi di circa 50 milioni di dollari non gli permisero d’insediarsi nella Top Ten annuale del 1986 e i previsti episodi successivi non hanno mai preso vita. Dopo questo film Sylvester Stallone inizierà piano piano a veder declinare la sua stella, incapace di intercettare gli interessi e i gusti del suo pubblico, che per un bel pò quasi lo dimenticherà. Attraverserà anni di alti e bassi, fino alla rinascita definitiva con la saga dei Mercenari.

Ma questo è argomento per un altro Filmaccione.

17 commenti

  1. FA – VO – LO – SO!!! Hai recensito uno dei miei film preferiti, e l’hai fatto con un’ironia irresistibile. Non vedo l’ora di leggere il tuo prossimo post su un Filmaccione! 🙂

  2. Post divertentissimo! Complimenti!

    PS: sia messo agli atti che io al tenente Cobretti voglio bene come un fratello e questo film, semplicemente, LO ADORO

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